Il Museo Archeologico di Terzigno. Un complesso museale senza reperti


Sono stati spesi circa due milioni di euro per realizzare il Museo Archeologico di Terzigno. Eppure non è ancora possibile entrare all’interno di questo fantomatico complesso museale. Tutti i lavori sono stati fatti, l’ingresso è pronto ad accogliere migliaia di visitatori, le mura sono state stuccate, i reperti sono pronti per essere suddivisi in base alla provenienza e i cancelli aspettano solo di essere aperti. Eppure manca ancora l’ultimo finanziamento senza il quale non si riescono a terminare i lavori che renderebbero definitivamente agibile il complesso.

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Terzigno è un comune vesuviano abitato fin dai tempi degli antichi romani. Grazie ai reperti ritrovati si è scoperto che fu scelto come luogo dove costruire numerose e lussuose ville e residenza di proprietà degli aristocratici del tempo. I principali compratori erano i nobili pompeiani che amavano il panorama che mostra il Golfo di Napoli e il maestoso Vesuvio. Ma se proprio vogliamo individuare un elemento per il quale Terzigno è diventato famoso in tutto il mondo, allora non possiamo non citare il Lacryma Christi, celebre vino che secondo la leggenda fu portato sulla terra da Lucifero quando rubò un pezzo di paradiso poco prima di precipitare negli Inferi. Altro motivo di orgoglio di questo piccolo comune è la lavorazione della pietra lavica utilizzata per le più disparate pavimentazioni. Sembrerebbe proprio che ciò che manca a Terzigno sia proprio un presidio storico, archeologico e culturale pronto a ospitare i tesori di questa terra.

Nel 2013, per la prima volta, fu annunciata la nascita di un museo pronto ad accogliere gli importanti ritrovamenti archeologici di epoca romana provenienti da ville rustiche, risalenti al I secolo a.C., rinvenute all’interno della Cava Ranieri. Tutto sembrava pronto, per attirare cittadini e turisti curiosi, dopo aver ottenuto l’autorizzazione da parte della Soprintendenza. Sono iniziati anche i lavori presso gli ambienti dell’ex mattatoio locale, eppure il complesso non ha ancora aperto per mancanza di finanziamenti. In effetti nella graduatoria dei fondi POR 2007/2015 il museo archeologico di Terzigno è situato al 45° posto rendendo di fatto quasi impossibile l’investimento che servirebbe per aprire definitivamente questa struttura.

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Cava Ranieri

Ma a che cosa servirebbero questi agognati fondi? Che cosa manca a questa struttura che potrebbe rivalutare l’intero territorio? Il museo sembrerebbe un corpo vuoto senza scheletro poiché al suo interno non vi è quasi nulla. Non può ancora ospitare i tanti amati reperti per mancanze di bacheche e mensole. Sembra quasi che le fotografie ormai siano l’unico mezzo grazie al quale poter ammirare i resti di una civiltà passata.


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