Ma a Procida, oltre al mare cristallino e alle viuzze strette e antiche c’è un altro elemento caratteristico: il colore. Anzi, i suoi colori. Dal rosa al celeste, dal giallo ocra al rosso. Un arcobaleno di tinte e tonalità diverse che ricopre case vecchie e nuove.
Per questo motivo, il “patrimonio cromatico” dell’isola va preservato. Come riporta La Repubblica, è nato l’Ufficio del colore, come una sorta di istituzione Comunale. Un team di esperti, coordinata da Michele Sabia, è pronta a lanciare il “Piano del colore”, già redatto da un team di architetti con la collaborazione scientifica di Salvatore Di Liello, docente di storia dell’architettura all’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Ma qual è l’obiettivo? I restauri degli immobili dovranno essere consoni alla tradizione architettonica dell’isola, rispettando l’estetica originaria di scale, archi esterni, balconi e del tipico “vefio”. I colori non dovranno essere difformi, pena una multa salatissima: dai duemila ai diecimila euro.
Uno sprone al rispetto della bellezza della propria terra, che guarda al futuro ma camminando insieme al passato.