Video. L’antico gioco della lippa: chi sa giocare a mazza e pìvezo?


Immaginarsi riuniti con amici per strada, darsi appuntamento nel cortile vicino casa, procurarsi arnesi per passare il tempo, giocare all’aria aperta, lasciando perdere il cellulare, è cosa ardua. Riuscire ad entrare in una dimensione simile richiederebbe una mentalità culturale troppo lontana da quella che i ragazzi hanno oggi.

Sembra dunque doveroso ricostruire, anche se solo virtualmente, un ambiente storico- sociale che possa immetterci in un contesto non solo lontano, ma parecchio diverso dal nostro. Niente televisore, nessun cellulare, no alla playstation, manca la connessione wifi, come fare a divertirsi?

In un passato ormai remoto vi erano varie possibilità di spendere tempo con gli amici, ad esempio divertirsi al gioco della lippa. Informazioni su questo passatempo e il modo in cui questo strumento fu protagonista di uno dei giochi più diffusi tra i bambini di un’ altra epoca e di altri secoli non sono facili da scovare.

In pochissimi oggi lo ricordano  ed è  stato dunque utile rifarsi ad un paio di generazioni addietro per poter rinvenire alla genesi di questo antico modo di giocare.

Intervistando un’ esponente della generazione dei nostri nonni, una 86enne, si è in grado di trovare ben poche delucidazioni.

“Nonna, puoi spiegarmi le regole del gioco della lippa?”.

“Della lippa? Che d’è ?”.

“Nonna hai mai giocato a mazza e pìvezo?”

Si, qualche volta. ‘O pìvezo era una mazzarella appuntita ai lati. Poi c’era la mazza più grande con la quale colpivamo la mazzarella. Quando questa volava in alto la dovevamo colpire ancora e lanciarla lontano. Vinceva chi la faceva rimbalzare più volte e non la buttava a terra“.

Nonna, ma ti piaceva questo gioco?”.

“No, era un gioco da maschi. Io e le altre femmine ci mettevamo intorno al cerchio e guardavamo gli altri che colpivano la mazzarella“.

La convinzione di saperne di più intervistando uno tra i diretti interessati è subito sfatata. Ci troviamo infatti a voler conoscere le regole di un gioco nato tra l’XI e il XV secolo. Non proprio ieri, insomma.

L’antichità del gioco della lippa non deve però far credere che l’interesse nei suoi confronti sia svanito. Più di una sono le associazioni che possono aiutarci a saperne di più.

L’Associazione dei giochi antichi, a prima vista, sembra confermare la descrizione avanzata dalla tipica nonna napoletana, che non è in grado di riconoscere il gioco se gli si dà il suo nome italiano. Leggendo più a fondo le informazioni che fornisce descrivendo quelle che sono le regole, ci si rende conto che si trattava di un gioco a squadre.

Il cortile, quello che noi oggi chiamiamo il campo da gioco, non era solamente occupato da un gruppo disorganizzato di bambini che ad ogni ora del mattino o del pomeriggio si accingevano a giocare. Al gioco partecipavano infatti due squadre composte da quattro giocatori, battitore compreso. Se l’atto di far rimbalzare la lippa senza farla toccare terra potrebbe di primo acchito rimandare all’attuale gioco del tennis, al solo sentir parlare di battitore, siamo più inclini a comparare l’antico gioco a quello americano del baseball.

Si avverte quasi la sensazione che più si cerca di descriverne il regolamento, più questo gioco perda quella semplicità che doveva ovviamente caratterizzarlo al tempo delle sue origini e a seguire.

Si può scegliere pertanto di credere semplicemente al racconto dei nostri nonni, immaginandoli alla ricerca di mazze e mazzarelle, intenti a spezzare scope solo per il gusto di perdere un po’ di tempo fuori casa. Oppure si può far riferimento, per meglio comprendere il tutto, ai video che circolano su youtube: ragazzi di oggi che cercano appunto di riprodurre il gioco, mostrando vivo interesse.

Chi l’avrebbe detto che due mazze avrebbero distratto l’odierna gioventù dai loro giochi online? Semplici sono solo i materiali utilizzati. Osservando quelle che dovrebbero essere delle fedeli riproduzioni di quel desueto modo di divertirsi, sembra un gioco tutt’altro che praticabile abilmente da tutti noi, ventenni compresi.

Fonti:

www.associazionegiochiantichi.it 

it.wikipedia.org


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