Napoli non è nuova a questo tipo di scoperte, anzi è piena di stratificazioni di varie epoche che oggi si confondono tra loro. La scoperta è stata del tutto casuale: durante i lavori di restauro della chiesetta vicina sono emersi questi resti.
Come riporta Il Mattino, è stata una donna anziana, che ha vissuto pienamente il periodo della guerra mondiale, a indicare una piccola porta di legno dove veniva a rifugiarsi e dove, insieme a rifiuti vari, sono venute alla luce queste mura. Lo speleologo Luca Cuttitta si è occupato dell’esplorazione di questo rifugio ma sono anni che si occupa di cercare i segreti che offre il sottosuolo napoletano. Nel gruppo di ricerca c’è anche Giuseppe Serroni della Onlus «Sedili di Napoli».
Questa porzione di mura risalirebbe al IV secolo a.C. e dovrebbero essere la prosecuzione delle mura ritrovate a San Marcellino, che facevano parte dell’opera di fortificazione dell’area portuale di Napoli.
È incredibile come nel sottoterra napoletano, tra cumuli di immondizia di ogni genere, perfino giocattoli per bambini, possa fuoriuscire tanta storia e tanta bellezza e non può essere altrimenti in una città come Napoli.
Chissà se queste poche mura verranno valorizzate o abbandonate a sé stesse, il dovere nostro è quello di proteggere il nostro passato e speriamo sia così sempre.