“Parlà tosco”: un’antica espressione napoletana che ha due significati


La lingua napoletana è ricca di proverbi ed espressioni brillanti e spesso molto famose. Ci sono però dei modi di dire che però non hanno avuto la stessa fortuna e sono cadute in disuso o comunque nel dimenticatoio. È questo il caso del concetto di “parlare tosco”.

Tale espressione napoletana è molto antica ma, come detto, poco conosciuta e risulta essere assente anche in diversi repertori napoletani più o meno moderni. Fino agli anni cinquanta del Novecento, però, tale modo di dire era molto in voga presso i cittadini di Napoli ed in particolar modo per coloro i quali abitavano nella parte bassa del capoluogo campano. Tale lemma si prestava ad una duplice interpretazione. Ad aiutarci nella ricostruzione dei significati dell’espressione è il blog di Raffaele Bracale.

Il primo caso nel quale si dice che una persona “parli tosco” si veniva a verificare quando una persona adottava un linguaggio eccessivamente forbito e ricercato al punto tale da risultare ostico alla maggioranza dei suoi interlocutori. Chi, invece di ricorrere al dialetto napoletano, si rifaceva alla lingua nazionale, arricchendo il suo discorso con termini astrusi, rischiava di parlare un linguaggio incomprensibile. A tali personaggi si diceva che “parlassero tosco”.

L’aggettivo “tosco” però non faceva riferimento alla Toscana, la regione che ha dato i natali ai padri della lingua italiana come Dante, Petrarca e Boccaccio, ma si rifaceva al termine “toske” di derivazione albanese che indicava il difficile linguaggio di una popolazione albanese di religione musulmana, residente nell’Albania centrale, al sud del fiume Shkumbin. In una parola chi parlava un italiano troppo forbito veniva etichettato nell’immaginario popolare, come una persona che ricorreva a questo linguaggio al fine di ingannare il prossimo.

La seconda accezione era riferita a chi, sempre con intenti truffaldini, fosse eccessivamente esoso nelle sue richieste di compenso per un lavoro fatto o in corso d’opera. Di costui non si diceva che parlasse tosco poiché era solito adottare un linguaggio di difficile comprensione, arricchito da lemmi e termini ai più sconosciuti, ma perché fosse troppo caro, ai limiti della disonestà, da essere considerato quasi come un ladro, tale che la maggior parte delle persone scoraggiava gli altri ad intraprendere rapporti economici e lavorativi con tali personaggi.


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