Da Castel Volturno al Festival di Cannes: esce “Dogman”, la fiaba nera di Garrone


Il palazzo dei Festival e dei Congressi di Cannes si alza in piedi per una standing ovation di dieci minuti, applausi a scrosci per quello che probabilmente è il capolavoro definitivo di Matteo Garrone, regista romano che con “Dogman” si presenta in concorso alla 71° edizione del festival cinematografico più agognato d’Europa.

Romano sì, ma per un uomo di cinema che da sempre, con il suo realismo contemporaneo, ha attinto a piene mani dall’immaginario, dalle ambientazioni e della storie di Napoli.

Dal successo per il film “Gomorra”, passando per “Reality” fino a “Il racconto dei racconti” tratto dalle novelle di Giambattista Basile.

Stavolta è una fiaba nera, tratta dalla vicende de “il Canaro della Magliana”, siamo alla fine degli anni ’80 nella zona nuova dello storico quartiere di Portuense, un toelettatore per animali diventa torturatore e assassino di un ex pugile dilettate.

La pellicola si discosta dai dettagli di cronaca per trarne ispirazione, lontana dalla mera brutalità ed efferatezza dell’epilogo ne traccia sopratutto una delineazione psicologica nella sua crudeltà e tensione, in un mondo fatto di sopraffazioni e della legge del più forte.

Un tranquillo ometto, Marcello personaggio pasoliniano fuori da ogni canone, teneramente padre e collocato nel suo microcosmo di quartiere quando suo malgrado diventa succube di un “cane sciolto” come Simone, criminalotto di zona rozzo e brutale senza alcuna regola.

La location, si presenta della sua suggestione spettrale, un mondo tra realtà degradata e immaginario western dai colori scuri e soffusi, dal clima uggioso, uno scenario quasi post apocalittico tra compro oro, sale slot e abbandono di cemento lontano da certe dinamiche urbane civilizzate. Location che Garrone colloca al Parco Saraceno di Pinetamare.

Castel Volturno è la storia dei un lembo di terra senza tempo, la storia di una vecchia landa desolata che negli anni ’60 osa sognare la California nella sua cementificazione di palazzoni turistici nel progetto di Vincenzo Coppola e di una nuova riviera romagnola.

Rimane il sogno di centinai di migranti che stagnano nell’amarezza di un’ambizione mai sbocciata e di una terra lasciata all’abusivismo di palazzinari e dall’abbandono dei soldati residenti per la vicina base Nato fino al terremoto che crepa nelle radici della speranza.

Parliamo dei territori di omonimo Villaggio Coppola e di Pinetamare, spiaggioni enormi, alle spalle una delle pinete più estese d’Italia, non bastò, vittime dell’approssimazione e di errori, un baratro che ha visto la distruzione di alcuni ecomostri e delle famose torri.

Una zona che ha però visto un deciso rilancio anche grazie all’attività sportiva e imprenditoriale di Aurelio De Laurentiis presidente dalla squadra del Napoli che decide di bonificare economicamente il territorio con la costruzione del centro tecnico e sportivo e che ha visto il capitano del club, Marek Hamsik diventare cittadino onorario proprio di quella Castel Volturno, successivamente una bonifica ambientale nel 2013 e i timidi segnali di un rilancio, da un punto di vista socio ambientale ed economico oltre a rimanere suggestiva location cinematrografica, ricordiamo il set di “Gomorra” di altri film ma anche di un videoclip di successo “Gaiola portafortuna” del misterioso artista Liberato.


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