Video. Al Mann il fascino della Cina: 130 reperti esposti per la prima volta in Europa


Napoli – Al Museo Archeologico di Napoli arriva il fascino della Cina. Un popolo misterioso dedito al culto del sole e a riti sciamanici che visse 4000 anni fa nelle valli del Fiume azzurro. La scoperta della sua civiltà, nel secolo scorso, ha riscritto la storia della Cina antica portando alla luce capolavori intrisi di spiritualità.

Dal 14 dicembre 2018 all’11 marzo 2019, il museo napoletano diretto da Paolo Giulierini, ospiterà, per la prima volta in Europa, nella mostra intitolata «Mortali Immortali, i tesori del Sichuan nell’antica Cina», ben 130 opere della cultura Shu, nel salone della Meridiana.  Gli oggetti esposti a Napoli includono grandi statue e vasi rituali di bronzo, elementi decorativi in oro, preziosi reperti in giada, le celebri maschere con gli occhi sporgenti e ingigantiti, statuette in terracotta e delicati recipienti di lacca. Reperti che dal secondo millennio a.C. fino all’epoca Han (II secolo d.C.) raccontano il percorso di un popolo destinato a sparire e l’enigma delle maschere di bronzo.

Il direttore del Mann Paolo Giulierini ai microfoni de Il Mattino ha dichiarato: “Questa importante esposizione, che chiude idealmente l’anno del turismo Europa-Cina e rientra tra le attività promosse nell’ambito del Forum Culturale Italia-Cina del Mibac, conferma il sempre più solido legame tra il nostro Museo e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano ma anche di quello cinese in Italia. Ricordiamo che le mostre del Mann su Pompei, nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano già oltre due milioni di visitatori”.

Dalla terra dell’abbondanza, così come era chiamata la fertile regione cinese, alla ‘Campania felix’ delle città vesuviane sepolte: ed è così che il cavallo di Sanxingdui, il sole di Jinsha, l’immagine del più grande albero di bronzo della storia dell’archeologia, dialogano in insoliti e suggestivi accostamenti, con la meridiana, la statua in bronzo di Apollo ed il cavallo di Ercolano.

La mostra realizzata sotto la guida dell’Ufficio provinciale della Cultura del Sichuan, raccoglie pezzi dai principali musei databili dal 1600 a.C. (Dinastia Shang) al 220 d.C. (Dinastia Han). L’allestimento è curato dagli architetti Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini di «n!studio Asia».


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