La chiesetta abbandonata in provincia di Napoli, un gioiello costruito con una colletta


La Campania non è famosa solo per le ciclopiche dimensioni della Reggia di Caserta o per l’imponenza del Castel Nuovo di Napoli. La bellezza della nostra Regione è stata costruita anche sulle basi dei graziosi borghi, delle chiesette minuscole e di tante belle storie dimenticate, che all’apparire non sembrano essere molto importanti. 

Oggi vogliamo raccontarvene una, spostandoci a qualche chilometro di distanza dal capoluogo partenopeo.  Nell’Agro-Nolano, un tempo cuore pulsante della Campania Felix, e più precisamente nelle campagne di Acerra, vi è un luogo molto particolare. Parliamo di una piccola chiesetta abbandonata, di cui gli acerrani non ricordano nemmeno il nome. 

Il piccolo gioiello si trova nei possedimenti agricoli della famiglia Montesarchio, in via Varignano. Ricordiamo che, come tutti i comuni della Piana Campana e del Basso Vesuviano, Acerra è sempre stato un paese costellato di masserie e cascine di proprietà dei nobili napoletani. Ebbene, secondo fonti della Diocesi di Acerra, la chiesa sarebbe stata costruita intorno al 1946, a seguito dei bombardamenti che martoriarono la Regione. Al tempo, il Signor Raffaele Montesarchio (aiutato dalle collette dei suoi vicini) decise di costruire una piccola chiesetta di contrada nei suoi terreni. I proprietari così misero in atto questa disposizione e lo fecero, come alcuni pensano, sulle fondamenta di una precedente parrocchia, probabilmente risalente al ‘600.

La chiesetta fu poi consacrata e utilizzata fino agli anni ’70. In essa, si svolgevano le cosiddette “funzioni del mese mariano”, cioè di maggio. Secondo un’antica tradizione napoletana infatti, il penultimo mese della primavera lo si dedica alla Vergine, celebrando una messa al giorno in suo onore. Il fatto che, in via Varignano, il tutto si svolgesse tra le rose e gli alberi di pesco, conferiva al luogo un’atmosfera magica. 

Per quanto riguarda l’interno invece? Qui vi è una chicca, la quale rappresenta una rarità per un luogo di culto così piccolo. La chiesetta infatti custodisce dei quadri realizzati dai detenuti del carcere di Poggioreale, sul finire degli anni ’60. Ciò mostra quanto, anche all’epoca, fosse importante parlare di inclusione sociale e di seconde opportunità, soprattutto per la religione cattolica.

Purtroppo, gli abitanti della contrada non utilizzano più la chiesetta ormai da decenni. Il progressivo abbandono e l’incuria hanno man mano trasformato questo luogo in un rudere. Uno spazio di terra che nessuno più si ferma guardare. Fino ad oggi, la Diocesi e i proprietari, non hanno predisposto alcun recupero o progetto futuro. Con questo articolo, si spera che gli acerrani conoscano questo luogo e che vi ritornino  a sentir la messa tra le rose e gli alberi di pesco. 


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