La leggendaria “piscina dei cadaveri” agli Incurabili: ha accolto oltre 2 milioni di morti

Foto di M. Palumbo, da Facebook "Centro Speleologico Meridionale"


A Napoli esiste la leggendaria “piscina dei cadaveri”, che gli speleologi stanno ancora oggi cercando e che potrebbe contenere oltre 2 milioni di morti. Per secoli c’era l’usanza e l’esigenza di gettare i cadaveri in un pozzo sotto l’Ospedale degli Incurabili, a Caponapoli.

Fino a quando Ferdinando IV di Borbone non fece edificare il “Cimitero delle 366 fosse” dall’architetto Fuga, a Napoli si moriva letteralmente per strada. “Di che si può temere dall’aria di questa capitale per il fetore che giornalmente esalava dalla piscina ove si gittavano i cadaveri di coloro che muojono nello spitale degli Incurabili, il re fe costruire il nuovo cimiterio fuori Napoli, chiamato Campo Santo (maggio 1762)“, così scriveva nel 1793 Filippo Ammirati professore della Regia università, nel suo saggio “Gius Sagro”.

La piscina di cui parla il professore era una fossa comune dove i corpi venivano gettati e lì marcivano. I cadaveri erano quelli dei napoletani poveri, lazzari, barboni o gente che non poteva permettersi una degna sepoltura.

Il luogo scelto fu Caponapoli, la collina del centro storico di Napoli, dove nel Cinquecento fu edificato l’Ospedale degli Incurabili. Ma l’usanza di seppellire i morti potrebbe avere un’origine antecedente, infatti secondo la leggenda su questa collina fu sepolta la sirena Partenope e quindi collegata al mito. La piscina dei cadaveri è stata usata fino a fine XVIII secolo, quando re Ferdinando nel 1762 decise di costruire il primo cimitero pubblico e ancora oggi gli studiosi la stanno cercando.

Primo fra tutti il presidente del Centro speleologico meridionale, Clemente Esposito, che racconta in una sorta di diario la sua avventura con la Piscina degli Incurabili.

Il nuovo cimitero eretto fuori dall’abitato, nel borgo di S. Antonio Abate sotto la direzione dell’architetto Ferdinando Fuga, richiese una spesa di 48500 ducati, sborsati da re Ferdinando IV e dai banchi pubblici. Il nosocomio degli Incurabili si era finalmente liberato dai miasmi che ammorbavano l’aria.

Fonti:

– Centro speleologico meridionale

– “L’ospedale napoletano di Santa Maria del Popolo tra Sette e Ottocento” di Antonio Illibato

– “Disciplina della sepoltura nella Napoli del Settecento. Note di ricerca” di Francesco Pezzini. Studi Storici Anno 51, No. 1 (GENNAIO-MARZO 2010), pp. 155-208.


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI