A Bacoli la Necropoli di Cappella: i resti più antichi risalgono al II a. C.


Situata in località Cappella, tra i comuni di Bacoli e Monte di Procida, la necropoli di epoca romana, per l’esattezza, si trova ubicata attorno al centro urbano dell’antica Miseno, lungo una via di collegamento con Cuma.

La Necropoli vista dall’esterno-Foto di Martina Di Fraia

La necropoli di Cappella è composta da una serie di colombari disposti in una quinta architettonica e ospita resti che vanno dal II-I secolo a. C. fino ad arrivare al V secolo d. C. Vi sono conservati monumenti funerari di due diverse tipologie: a camera collettiva (per la deposizione di inumati) e a camera ipogea (ovvero sotterranea) collettiva (con loculi per la deposizione delle ceneri). Vi sono, inoltre, anche diverse tombe a fossa, presenti negli spazi che separano i monumenti.

Foto di Martina Di Fraia

Il monumento più antico, situato sul margine orientale, è datato ad epoca tardo repubblicana (tra il II e il I secolo a. C.). Gli altri, ascrivibili invece al I secolo d.C., hanno pianta quadrangolare con volta a botte; al loro interno, la parete centrale, di fronte all’entrata, è decorata da un’edicola sormontata da un frontone; mentre le pareti laterali sono scandite da nicchie. Un altro mausoleo, più articolato e realizzato per contenere un numero maggiore di inumati, sorge isolato, alle spalle della quinta monumentale degli edifici, con una struttura ipogea e tombe disposte su più piani all’interno della camera funeraria.

Foto di Martina Di Fraia

Per diversi secoli i resti della Necropoli, rimasti da sempre in vista, furono considerati i resti di un antico circo romano, funzionale alla celebrazione dei giochi e delle corse dei cavalli. Solo successivamente, la zona è stata riconosciuta come una necropoli con tombe monumentali. Su di esse sono state trovate epigrafi che ricordano la presenza della flotta misenate in questa zona e che forniscono anche tantissime informazioni sui marinai e sull’organizzazione della flotta medesima.

La Necropoli di Cappella non è, comunque, l’unica attrazione funeraria della zona. Tutt’altro, essa è parte di un complesso di siti archeologici più ampi, come il “Colombario di Miliscola”, venuto alla luce prima della “citta dei morti” in questione e un ulteriore complesso di tombe funerarie antiche ritrovate l’1 agosto 2016, mediante i fondi e i lavori del progetto “Grandi Laghi”, partito l’anno precedente con l’obiettivo di bonificare le acque lacustri dell’area dei Campi Flegrei.

Sottoposto alla tutela dei Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (Mibact), esso è generalmente visitabile. Al momento, però, è ancora chiuso per le restrizioni legate al Covid-19.


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