Gaeta resiste ancora: a 160 dall’assedio si prepara a issare la bandiera borbonica

La bandiera borbonica sventola a Gaeta. Foto: Manfredi Freddy Adams su ‎Movimento Neoborbonico - gruppo ufficiale


Sabato 13 febbraio alle ore 14.45, in ricordo dell’ultimo giorno di esistenza del Regno delle due Sicilie esattamente 160 anni fa, a Gaeta sarà celebrato il “giorno della memoria spontaneo” per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia.

Nel 2020, poco prima delle chiusure causate dal Covid-19, il Movimento Neoborbonico, la Fondazione il Giglio ed altre associazioni di Napoli e del Sud riuscirono a riempire le sale conferenze, i luoghi dell’assedio e le chiese per tutto il “weekend della memoria” con oltre un migliaio di persone. Il Covid-19 però ha fermato gli eventi in loco (come in molte parti del mondo), ma non lo spirito di chi vuole ricordare la fine del grande Regno delle due Sicilie, la sua storia e l’inizio dell’oblio.

Adattandosi al triste periodo che stiamo vivendo e con la speranza di tornare a “commuoversi insieme”, i neoborbonici hanno deciso di organizzare un evento online alle 14.45 su tutti i canali social su cui sono presenti e sulla pagina Facebook ufficiale: Movimento Neoborbonico.

Si comincerà con i saluti di Alessandro Romano e Daniele Iadicicco (delegati a Gaeta) che effettueranno l’alzabandiera sulla fortezza della città (evento imperdibile e suggestivo). A seguire i saluti dei vari gruppi e tra gli altri i Comitati Due Sicilie (Fiore Marro), Fondazione Francesco II delle Due Sicilie (don Luciano Rotolo) e i Lazzari (Davide Brandi). Successivamente gli interventi di Gennaro De Crescenzo, di Gigi Di Fiore che presenterà il libro “Pandemia 1836”, di Maria Carmela Spadaro della Fondazione Il Giglio (“L’assedio”) e di Pino Aprile con il nuovo libro “Contro l’oblio. Giorno della Memoria”. Il tutto chiaramente con i tempi “virtuali” molto più ristretti e veloci, per non stressare troppo le persone sedute dietro ad un pc. Il punto centrale dell’evento è legato proprio a questo: quando questo Paese deciderà di avere un giorno della memoria per le vittime meridionali dell’Unità d’Italia, forse ci sarà il primo passo per unirlo realmente.


“Nessuna “vendetta”, nessuna “divisione”, “nessun rancore” (sono elementi che non fanno parte della nostra tradizione da oltre 2000 anni). Solo il diritto di ricordare tutta la storia, anche quella che portò al Sud massacri, fucilazioni, arresti, deportazioni con un’emigrazione ed una questione meridionale mai conosciute prima e tuttora in corso nel silenzio degli storici “ufficiali” e dei politici locali e nazionali. E alcuni di essi sono anche contrari a dibattiti o riflessioni, alcuni offendono quella memoria, alcuni propongono “l’oblio” dopo 160 anni di mistificazioni e cancellazioni di verità ormai rivelate e sempre più diffuse… e qualcuno, prima o poi, ci spiegherà se è più “divisivo” il giorno della memoria o un Paese che non assicura pari diritti a tutti i suoi abitanti da oltre un secolo e mezzo. – Queste le parole del presidente dei Neoborbonici Gennaro De Crescenzo, che continua: “La fortezza d’inverno, il mare agitato, il freddo, i colori, il vento… Doveva essere più o meno così Gaeta esattamente 160 anni fa, come in questo video, durante un assedio durato 100 giorni sotto le bombe sabaude. E, nella fortezza, re Francesco II di Borbone e la regina Maria Sofia con migliaia di soldati e di civili a resistere eroicamente e a cadere eroicamente per difendere il loro e il nostro Regno. “Gaeta resiste ancora” e in qualche modo cercheremo di raggiungerla e di celebrare ancora una volta insieme il nostro Giorno della Memoria, sabato 13 febbraio”.


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