Michele Sovente: il poeta che ha fatto dei Campi Flegrei la sua musa ispiratrice


Michele Sovente è un poeta che ha fatto dei Campi Flegrei la sua musa ispiratrice. Michele Sovente è un poeta contemporaneo, scomparso nel 2011, le cui radici appartengono ai Campi Flegrei, ma soprattutto a Cappella, una frazione di Monte di Procida.

Il legame tra il contemporaneo scrittore di versi e la sua terra non si limita a una semplice provenienza, ma è la sua essenza umana e letteraria. Ispirazioni e costanti apparizioni nei suoi scritti sono tutti i luoghi culturali e le peculiari caratteristiche di Cappella e del territorio confinante.

Le opere di Michele Sovente

Una delle sue più celebri opere è Cumae, in onore di Cuma, una delle più antiche colonie greche italiane risalente al 730 a.C., abbandonata in seguito alla distruzione del 1207 causata dalle armate napoletane e riportata gradualmente alla luce dai primi anni del 1600. Non risulta, a questo punto, affatto strana la richiesta di Sovente che le sue ceneri fossero sparse nell’Antro della Sibilla, presente nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei.

Un legame totalitario è quello che lega il poeta flegreo alla sua terra: la rievoca nei luoghi, nelle usanze, nelle convenzioni sociali, ma soprattutto nella lingua. Michele sovente da spazio letterario al suo dialetto, ma lo fa in un modo non convenzionale: liberandolo e accostandolo alle lingue madri. Cosa significa? Senza alcun dubbio questa non è stata la prima trasposizione del dialetto nella poesia, ma è la prima volta che una lingua locale non viene circoscritta nella metrica poetica, bensì viene lasciata libera di essere ciò che è nel parlato. Ma il poeta contemporaneo non si limita solo a questo: usa una triangolazione linguistica. Unisce, senza alcuna distinzione, il cappellese, l’italiano e il latino. Una fluida mescolanza linguistica, senza alcuna regolamentazione, che restituisce alle sua poesie una discorsività realistica.

Michele Sovente ha così dato lustro al dialetto della sua piccola frazione dei Campi Flegrei, accostandola alla lingua nazionale e alla lingua degli illustri poeti latini.


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