Gabriele D’Annunzio e il suo amore proibito a Resina: da esso nacque Renata


Un amore segreto e contrastato quello tra la principessa Maria Gravina e il poeta Gabriele D’Annunzio. Lo scrittore, drammaturgo, politico e giornalista abruzzese venne a Napoli nel 1891 come collaboratore del quotidiano Il Mattino, di Scarfoglio e di Matilde Serao.

Si stabilì per un po’ di tempo a Resina, dove veniva richiesta la sua presenza nei salotti di ville patrizie della città e dei luoghi vicini. Quell’anno trascorse l’estate nella villa D’Amelio, la quale fece da sfondo alla sua storia d’amore con la principessa Maria Gravina Cruylas di Ramacca, sposa del conte Anguissola di S. Damiano. Da questa storia adulterina il 9 gennaio 1893 nacque una bimba, Renata, e i due amanti furono processati e condannati a cinque mesi di carcere per adulterio dalla Corte d’Appello, non scontati però per admistia regia (atto di grazia del re).

Il poeta in seguito prese casa insieme alla principessa e alla figlia nel palazzo mediceo di Ottaviano, messo a disposizione dalla principessa Maria dei Medici. Nel 1893 il poeta lasciò per sempre la Campania per ritornare a Pescara, mentre Gravina e la figlia si recarono a Roma dove presero alloggio. La loro relazione è documentata da numerose lettere di D’Annunzio inviate a Maria Gravina e alla figlia “Cicciuzza”.

Il soggiorno di Gabriele D’Annunzio a Napoli

Il poeta in viaggio per la Sicilia insieme al suo amico decise di fermarsi per qualche giorno a Napoli, ma poi il suo breve soggiorno si prolungò per oltre due anni.

Già dal suo primo giorno all’Hotel Vesuve, fu sedotto dal mare e da quei luoghi meravigliosi: “In questi pochi giorni ho veduto mille spettacoli diversi e tutti stupefacenti” scrive a Barbara Leoni, sua amante romana dell’epoca, il 3 settembre. “Sono stato a Posillipo, a Pozzuoli, a Baja, a Sorrento, a Capri, per mare e per terra… Sono tornato a Napoli in barca, stasera, dal capo Miseno, costeggiando. E’stata una divina navigazione per un mare divino. Remigavo, come nelle acque di Anzio. Alla punta di Posillipo è caduta la sera; e tutta Napoli è sorta dal mare incoronata di lumi respirando come una creatura misteriosa, nel crepuscolo violetto”, scrive.

Il suo viaggio a Napoli non fu fatto solo di amori proibiti e vita inquieta, ma d’Annunzio pubblicò nel 1892 due romanzi: L’Innocente e il Giovanni Episcopo. Qui concluse L’Invincibile con il nuovo titolo Trionfo della morte, mise insieme alcune delle sue migliori raccolte di poesie, come Odi Navali ed Elegie Romane, entrò nella redazione del quotidiano “Il Mattino” diretto dai suoi amici Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao. Pubblicò due libretti di novelle, I Violenti e Gli Idolatri.

“Il cattivo poeta”, il film su D’Annunzio

Il cattivo poeta è un film di Gianluca Iodice, regista napoletano, dedicato al poeta Gabriele d’Annunzio ed interpretato da Sergio Castellitto. E’ ambientato nel 1936, quando Mussolini è prossimo a stringere alleanza con la Germania di Hitler e ha timore che il Vate possa ostacolarlo nella sua impresa. Viene dunque affidata una missione delicata a Giovanni Comini, il federale più giovane d’Italia: vigilare il poeta.


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