San Gennaro: perché il prodigio del 16 dicembre è chiamato “miracolo laico”

Foto: Francesco Pipitone


Tre volte l’anno è atteso il miracolo di San Gennaro. Il prodigio dello scioglimento del sangue è atteso infatti il sabato precedente alla prima domenica di maggio in ricordo della prima traslazione delle reliquie da Pozzuoli a Napoli; il 19 settembre, festività del santo; il 16 dicembre, in ricordo di quanto accadde quel giorno dell’anno 1631, quando l’intercessione di San Gennaro fermò una devastante eruzione del Vesuvio che stava per seppellire la città di Napoli. Per capire perché l’ultimo prodigio dell’anno venga definito “miracolo laico” bisogna fare un passo indietro nella storia.

Il miracolo laico del 16 dicembre: perché viene chiamato così

Il 1526 fu un anno tragico per Napoli: la città era sull’orlo del collasso a causa della guerra tra Svevi e Angioini, dell’epidemia di peste e delle eruzioni frequenti del Vesuvio. Il 13 gennaio del 1527, così, una Deputazione appositamente costituita che rappresentava tutto il popolo napoletano (i nobili e la cosiddetta plebe) firmò un vero e proprio contratto con San Gennaro presso uno studio notarile. La Deputazione si impegnava a costruire la Cappella del Tesoro di San Gennaro la quale, pur trovandosi all’interno Duomo, non appartiene alla Diocesi ma al popolo partenopeo. A San Gennaro veniva richiesta la protezione della città di Napoli.

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Nonostante il patto sottoscritto da un notaio, ancora oggi conservato e consultabile, a oltre un secolo di distanza la Cappella del Tesoro non era ancora ultimata. I lavori, dopo un iniziale e veloce impulso, sostanzialmente si fermarono per mancanza di fondi. Essi ripresero proprio all’indomani del miracolo del 16 dicembre 1631. Quando il busto di San Gennaro raggiunse il Ponte dei Granili (Ponte della Maddalena), guardando il Vesuvio, il cardinale Buoncompagni espose le ampolle ed il sangue da solido divenne liquido. Secondo il racconto delle fonti dell’epoca l’eruzione si fermò in quel momento.

Da allora ogni 16 dicembre si ripete il prodigio dello scioglimento del sangue. La cerimonia si svolge all’interno della Cappella del Tesoro, dunque in un luogo che appartiene alla città di Napoli. È curata direttamente dalla Deputazione, dunque dai rappresentanti del città, il cui presidente è il sindaco di Napoli. Quest’ultima è tuttavia una carica onoraria; l’amministrazione è affidata a un vicepresidente eletto tra i Deputati. Ecco perché il terzo prodigio dell’anno è detto “miracolo laico”: San Gennaro attraverso la liquefazione del sangue rinnova il proprio impegno di protezione nei confronti dei napoletani, dunque indipendenti ed autonomi rispetto alla Chiesa Cattolica, pur professando la fede cristiana cattolica.


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