‘O nucellaro: ‘o spass ‘e nucelle, cicere e fave ad ogni angolo di strada


Molto spesso, nella vita di tutti i giorni, incontriamo figure che rappresentano veri e propri mestieri che hanno alle proprie spalle anni di esperienza, sono quelli che appartengono alla stirpe degli antichi mestieri napoletani, ma che ancora oggi resistono rispetto agli altri.

Passeggiando per strada, sarà capitato a chiunque di incontrare venditori di noccioline, tostate o zuccherate, ma come nasce questo mestiere?

Molti anni fa, chi vendeva noccioline per strada veniva chiamato ‘o nucellaro, o meglio ‘a nucellara, dal momento che molto spesso questo mestiere era portato avanti da donne, le quali da venditrici ambulanti, si recavano di sera nelle osterie per vendere i propri prodotti.

Col passare del tempo, ‘o nucellaro, ampliò la vendita dei prodotti inserendo oltre alle nocciole anche il commercio di fave, noci e mandorle, conservate nei vari scomparti del carretto che il venditore posizionava agli angoli delle strade. Noci e nocciole, quando venivano cotte sotto la cenere, erano chiamate ‘e ciocele.

I clienti solitamente venivano richiamati dalla voce che o’ nucellaro lanciava: “Spassateve ‘o tiempe! Nucelle ‘nfurnate, cicere, fave e semmiente ‘nfurnate, accattate!”

Con questa voce, il venditore di nocciole, noci e fave, attirava le persone, invitandoli ad acquistare i prodotti freschi e appena sfornati, regalando un momento di gusto vivace e sfizioso, un po’ come faceva ‘o castagnaro.

Ancora oggi a qualche angolo di strada o in piccolissime botteghe, si ripete il mestiere che invoglia l’abitudine particolarmente partenopea, detta molte volte ‘o spass, di sgranocchiare frutta secca.

‘O nucellaro, si può quindi considerare un mestiere con origini antiche, che ancora oggi si propone alla società.


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