La leggenda del diavolo che appariva ai frati del Convento dei Girolamini


Il Complesso Monumentale dei Girolamini  è uno dei più importanti monumenti della città, al suo interno infatti vengono conservate alcune delle più importanti opere d’arte di Napoli. Il complesso, fondato nel 1586 dall’architetto Giovanni Antonio Dosio, per poi essere quasi del tutto restaurata nel 1780 da Ferdinando Fuga, oggi comprende una chiesa in stile barocco con due chiostri monumentali, una ricca biblioteca dove vengono conservati importanti e rari manoscritti, e un convento dove aleggia una singolare e misteriosa leggenda, che sembra  anche essere stata scritta in un manoscritto tutt’oggi ancora conservato nella biblioteca.

La leggenda del diavolo che appariva ai frati del Convento dei Girolamini

Don Carlo Maria Vulcano era un nobile della città di Napoli che, spinto dal rigore paterno, per imparare l’arte della meditazione e sfuggire alle tentazioni entrò nel Convento dei Girolamini giovanissimo. Mentre dormiva nella sua cella la notte del 4 maggio 1696, fu svegliato bruscamente da un grande fracasso e gli apparvero delle ombre tanto orrende che scappò fuori invocando aiuto. Niccolò Squillante, maestro dei novizi Girolamini, si precipitò in aiuto del giovane convincendolo di essere stato ingannato da incubi e lo persuase a riaddormentarsi, le apparizioni però non ebbero tregua, da quella notte e per più di un anno (fino al 1697) il frate tirocinante fu perseguitato da inquietanti fenomeni con singolare insistenza: lancio di pietre, rotture di mobili, colpi alle porte e furti di oggetti , apparizioni spaventose, scritte misteriose che comparivano e sparivano dai muri, abati presi a calci nelle terga.

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I frati tentarono di tutto compreso ogni forma di esorcismo, avevano anche dialogato con l’entità che senza mezzi termini si era dichiarato il Diavolo. La serenità dei frati era seriamente compromessa, fino a quando la causa non fu individuata proprio in don Carlo Vulcano, involontaria vittima dei tentativi di corruzione da parte del demonio, che ricorreva quindi a quei mezzi per indurlo appunto alla perdizione. I frati esausti da questi avvenimenti decisero di allontanare Carlo per un po’. Il 20 settembre, lo trasferirono a Capri affidandolo alle cure del convento SS. Salvatore, e anche li la situazione non migliorò, il Diavolo si accanì sulle suore e sul monastero, fece perdere le chiavi di tutte le porte di accesso, e tutte le sedie andarono improvvisamente a fuoco, fece sparire oggetti e cibo. I fenomeni continuarono fin quando Carlo, stremato, non rinunciò alla carriera sacerdotale, era il 30 marzo 1697 e da quel giorno il diavolo abbandonò per sempre la sua vita, e sembra anche quella del convento.


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