“Manuale di Filosofia Napoletana”: il nuovo di libro di Amedeo Colella


Quanta storia, quanto fascino e quanta “saggezza popolare” si cela dietro uno dei mille retropensieri, dietro un proverbio o un colorato modo di dire del popolo napoletano? È grazie al professor Amedeo Colella, studioso delle eccellenze partenopee, della lingua napoletana, dei costumi sociali e gastronomia, docente di Napoletanità alla Fondazione Humaniter, che tutte le espressioni idiomatiche della lingua napoletana vengono spiegate, sviscerate e sminuzzate in un caleidoscopio di racconti che affondano le proprie radici nella cultura e nella storia dell’antica città di Neapolis.

Alla libreria Ubik, sita nel centro storico di Napoli, Amedeo Colella ha presentato il suo nuovo libro Manuale di Filosofia Napoletana, coadiuvato dal professor Raffaele Della Vecchia. La presentazione del libro, svolta tra risate e riflessioni dei partecipanti, ha viaggiato nelle pagine di storia dove la città di Napoli la faceva da protagonista: come si calcola l’importo della “busta” per un matrimonio? E quello della “mazzetta” all’operaio che viene a riparare la lavatrice? E ancora: “il cavallo di ritorno” è un equino? Perché in tutti i servizi televisivi su Napoli c’è sempre un motorino che sfreccia con tre o più persone a bordo, rigorosamente senza casco? A questi e altri divertenti interrogativi cerca di rispondere Amedeo Colella nel suo nuovo e colorato volume Manuale di Filosofia Napoletana: 100 racconti semiseri partenopei.

Con il sorriso e con i modi solari dei professori, i lettori verranno catapultati negli intricati vicoli di Napoli dove il sole è sempre alto e caldo in cielo, dove il Vesuvio occhieggia addormentato sul Golfo, dove i panni stesi ad asciugare tappezzano gli scorci più caratteristici della bella Partenope, che come una donna si svela soltanto a chi ha la pazienza di esplorarla per davvero, con il cuore aperto e gli occhi spalancati sulle sue bellezze; qualcuno insinuava che Napoli uccide i suoi bambini nella culla, con il sonno dell’oblio delle sue bellezze e negligenze, ma Amedeo Colella disarciona questo modo rassegnato e disfattista di pensare, restituendo alla città tutta la dignità che merita, spiegando ogni minimo particolare, ogni singola sfumatura di Napoli e della filosofia che la contraddistingue.

Il libro naviga in 100 brevi racconti che disegnano una Napoli pragmatica, di difficile lettura, opportunista, surreale ma vera; sono storie che grondano di filosofia di vita e che esprimono, in maniera leggera e divertente, il modus vivendi del popolo napoletano che da sempre vive all’ombra dell’incombente Vesuvio. L’allegra copertina del romanzo è stata realizzata infine da Lello Esposito, famoso per aver portato e aver diffuso nel mondo i simboli di Napoli quali, la maschera di Pulcinella, le capuzzelle, San Gennaro e il corniciellosimbolo apotropaico di buon augurio, fortuna e prosperità.


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