‘A zandraglia ‘e Boscoreale, il dolce simbolo di S. Maria Salòme

Foto da commeamarostuppane.com


Molto spesso l’ambito culinario, racchiude un immenso bagaglio culturale che troppe volte tendiamo a sottovalutare. E’ incredibile come un libro di ricette si possa rivelare anche un libro di storie e racconti della cultura di un popolo che attraverso i propri piatti esprime il proprio essere.

Con le diverse e più svariate ricette, appartenenti alla stessa regione, è possibile comunque imbattersi in termini e nomi che rappresentano diversi piatti a seconda della città in cui vengono utilizzati, pensiamo ad esempio alla parola “zandraglia”.

In lingua napoletana, il termine “zandraglia”, sta ad indicare una donna sgradevole e dai modi volgari, l’etimologia della parola pare possa far riferimento a due correnti di pensiero, la prima che associa la parola al termine spagnolo “andrajo” che significa “straccio”, mentre la seconda ipotesi è quella che zandraglia derivi dal francese, ripensando a quando un tempo, al Maschio Angioino, i cuochi del Re si affacciavano ai balconi del palazzo reale lanciando gli scarti di carne, e urlando “Les entrailles”, aspettando che le massaie dell’epoca si scapicollassero, per accaparrarsi il bottino.

E’ proprio in riferimento alla seconda ipotesi etimologica, che in uno dei nostri viaggi culinari, abbiamo trattato la ricetta ‘o piatto de’ ‘e zandraglie, attribuendo così ad un ottimo piatto tipico della nostra terra, un nome che ad oggi sta ad indicare i difetti di una donna.

Oggi però vogliamo presentarvi un altro piatto, originario di Boscoreale che risponde al nome di “Zandraglie”, si tratta di una ricetta a base di farina, uova e acqua, che all’epoca della dominazione angioina, rappresentava un cibo salato, povero e molto consumato dai contadini.

Con il passare degli anni, questa ricetta è stata leggermente modificata, fino a farla diventare un tipico dolce artigianale di Boscoreale, preparato nel periodo estivo in occasione di S. Maria Salòme.

La sua variazione da salato a dolce lo ha reso molto simile a quelle che in altre regioni o città, chiamiamo chiacchiere, frappe, nocchette, ma che al contrario vengono preparate nel periodo di Carnevale.

Ancora oggi, in occasione della festa di Santa Maria Salòme, questa ricetta rappresenta la massima espressione dolce dell’evento che si suddivide in più giorni, inizia il secondo Venerdì di Luglio con una fiera di animali e attrezzi agricoli, prosegue il Sabato con numerosi eventi musicali e si conclude la Domenica con una processione che inizia il pomeriggio e si conclude in tarda serata e uno spettacolo di fuochi pirotecnici che sanciscono la fine dell’evento.

Durante questi festeggiamenti è di tradizione la sagra delle zandraglie, il dolce preparato per l’occasione, preparate come le classiche chiacchiere di carnevale, e bagnate nel miele e ricoperte di confettini colorati, le persone del posto ne acquistano qualcuna e poi le portano nelle loro case per consumarle.

La ricetta non è poi così difficile, anche se tutte quelle proposte in rete sono prive di quantità. Gli ingredienti, sono acqua, uova, farina, sugna, miele, corallini colorati e olio per friggere, la forma si ricava semplicemente ritagliando diversi rettangolini di pasta di diverse dimensioni, che una volta fritti verranno bagnati nel  miele e poi decorati con piccole codette di zucchero colorate.


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