La cena di “Alluinn”: 5 ricette napoletane di Halloween


 “Ogn’anno,il due novembre,
c’é l’usanza per i defunti andare al Cimitero.”

Con questa frase, inizia una delle più celebri poesie del grande Totò, ‘A Livella. Nella nota poesia, si fa riferimento alla mesta ricorrenza in cui ogni anno si ricordano i defunti, e in modo ancor più sentito nella città di Napoli, dove fede, tradizioni, credenze popolari e scaramanzia si uniscono dando vita a veri e propri rituali da seguire.

Da circa dieci anni o poco più però anche in Italia è approdata una tra le feste americane più gettonate, la festa di Halloween, la notte di streghe e fantasmi che vagano per le vie della città spaventando tutti.

Una sorta di Carnevale americano, invade la tradizione italiana contagiando adulti e bambini, che con travestimenti più o meno mostruosi, bussano alle porte di tutto il vicinato, ponendo la classica e usuale domanda. “Dolcetto o scherzetto?”

Per evitare sorprese inaspettate, qualcuno si accinge a regalare qualche caramella ai bambini che divertiti intascano il compenso e corrono felici verso la prossima abitazione, i più tradizionalisti però, borbottano e decidono di non stare al gioco evitando addirittura di aprire la porta di casa propria lasciando i piccoli fantasmini a caccia di dolci, a mani vuote.

In tutta sincerità, noi di Vesuviolive.it, pur amando le tradizioni tipiche della nostra terra, siamo certi che un modo per rendere questo Halloween un po’ più napoletano, c’è e allora abbiamo pensato di elencarvi dei piatti, alcuni rivisitati, che potrebbero rendere la tanto decantata festa americana di zucche, streghe e fantasmi, un po’ più vicina a quella che è la nostra tradizione partenopea, così da pensare addirittura di cimentarvi in una sorta di “Cena ‘e Alluinn” (così come direbbe una qualsiasi nonna napoletana).

Le 5 ricette napoletane di Halloween

  1. Capuzzelle ‘e muorti ‘mpiccati: niente di difficile, basterà preparare dei semplicissimi polipetti alla Luciana, riempirne la testa con parte dei pomodori utilizzati per il sugo e chiudere all’altezza dei tentacoli con dello spago da cucina, ben visibile.
    Una volta chiusi tutti i polipetti (servono rigorosamente quelli piccoli), suddividere adagiare dei pezzetti di pane tostato in dei bicchieri di vetro, suddividere il sugo in parti uguali per tutti i bicchieri e inserire all’interno di ogni bicchiere una forchetta  ciascuno, rivolta verso l’alto,  infilare per ogni polipetto un rebbio nel nodo ottenuto attraverso lo spago da cucina. Le vostre capuzzelle ‘e muort ‘mpiccat sono pronte.
  2. Fantasmini sapuriti: con la collaborazione dei vostri bambini, preparare queste pizzette sarà un vero spasso. Il vero segreto sta nella forma. Una volta preparato il classico impasto della pizza, stenderlo su un piano da lavoro con l’aiuto di un matterello e con un coltello o la classica rotellina da cucina, ricavarne diverse formine a forma di fantasmino, con la parte arrotondata sopra e dei pizzi asimmetrici in basso.
    A questo punto, condire le pizzette con passato di pomodoro, sale e olio e lasciar cuocere in forno. Quando saranno cotte, ricoprirle interamente con cubetti di mozzarella, così da ottenere la superficie completamente bianca, ricreando così dei simpatici e soprattutto saporiti fantasmini al gusto pizza.
  3. ‘E deta muzzate: quello che bisogna fare è davvero semplice. Prima di tutto servirà preparare il nostro classico ragù napoletano, quello fatto “con tutti i sacramenti”. Occorrono poi delle cervellatine, le tipiche salsicce napoletane, più sottili delle classiche, e della pasta sfoglia, preparata in casa o anche acquistata al supermercato se per ragioni di tempo preferite quella già pronta.
    Una volta pronto il ragù, soffriggere le cervellatine in padella in un fondo d’olio, quando saranno cotte lasciarle intiepidire e poi spezzarle, ognuna in due parti, senza l’aiuto del coltello, in modo da ottenere l’effetto impreciso di dita staccate “a morsi”.
    Adesso procedere con la pasta sfoglia, stenderla sottile su un piano da lavoro e ricavarne tante striscioline di circa mezzo centimetro di larghezza, avvolgere per tre quarti le cervellatine mozzate e cuocere in forno a 180 gradi per una ventina di minuti o comunque controllandone la cottura, facendo bene attenzione a non farle bruciaare.
    Terminata la cottura in forno, riempire una ciotola fonda da portata con il ragù, e porre in cerchio le cervellatine a testa in giù nel sugo, i modo da dare l’idea di dita mozzate e fasciate, da “azzuppare”  in gustosissimo  “intingolo di sangue partenopeo”.
  4. L’anema ‘o priatorio: niente di complicato, o strano da preparare, semplicemente delle buonissime uova in purgatorio, servite in modo insolito e quasi “chic”, richiamando un po’ la teoria del finger food.
    Una volta pronte le uova, servirle in bicchieri di vetro trasparenti, in modo da far vedere in totale pienezza la bellezza dei colori di un piatto semplice e tipico della tradizione napoletana, una ricetta che esprime in colori e forme, quello che si immagina quando si pensa alle anime dei defunti che vagano nel purgatorio. Insomma, un piatto a metà strada tra la tradizionale ricorrenza dei morti e lo spaventoso e al tempo stesso divertente Halloween americano.
  5. ‘E murticielli: dolcetti dall consistenza molto dura, tanto da ricorda delle vere e proprie ossa, vengono preparati in occasione della commemorazione dei defunti tramite una ricetta, questa volta non napoletana, bensì siciliana.
    ‘E murticielli, sono ideali per una bella cena di “Alluin” tipicamente meridionale, sono a metà strada tra la tradizione americana e quella italiana.

Questi sono solo alcuni piatti che con un po’ di inventiva possono adattarsi, ad una festa che pur non essendo tipica del nostro bel Paese, ormai spopola in tutte le città, ma come avrete ben capito, l’ingrediente fondamentale è la fantasia, così da riuscire a trasformare qualsiasi ricetta in una tipica “americanata alla napoletana”.

Avete altre idee o ricette? Queste sono le nostre proposte e se vi sono piaciute non vi resta che organizzare la vostra cena di Alluinn, con amici, parenti e magari nonne scettiche che apprezzeranno sicuramente il vostro tentativo di tenere vive le tradizioni.


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