“Ce manca l’asso ‘o doje e ‘a tuvaglia ‘e Fiandra”: ecco cosa significa


Spesso i proverbi napoletani servono a sdrammatizzare situazioni pesanti, ad esprimere in maniera ironica concetti piuttosto pesanti. Così, “Ce manca l’asso ‘o doje e ‘a tuvaglia ‘e Fiandra”, apparentemente simpatico, sta ad indicare una situazione in cui mancano le basi, l’essenziale, qualunque cosa occorra per intraprendere un’azione. Organizzare una partenza senza soldi, biglietti e valigie, un matrimonio senza amore, una manovra finanziaria senza fondi… gli esempi sono tanti.

Il realtà, il detto originario sarebbe “Ce manca l’asso ‘o doje e ‘o tre”. L’espressione, come è evidente, deriva dalle carte da gioco. Dialettando.com è più specifico nell’associarla al gioco del “tressette”: la combinazione dell’asso del due e del tre dello stesso seme, rappresenta il punto più alto per vincere. È evidente come, mancando le tre carte principali, sperare di vincere o, addirittura, di giocare sia impossibile.

“‘A tuvaglia ‘e Fiandra” è un’aggiunta al detto, un’esagerazione, un modo per indicare una situazione ancor più drastica. Non mancano solo le tre carte principali, ma persino una tovaglia su cui giocare. Perché, allora, proprio di Fiandra? Le tovaglie di questo pregiato tessuto erano presenti in qualsiasi rispettabile corredo: ancora oggi ognuno ne avrà almeno una in casa, tramandata da qualche nonna. Non averla era quindi impensabile per una famiglia.

Fonte: dialettando.com


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