‘A mala nuttata e ‘a figlia femmena: una giornata sciagurata


Avete avuto ‘a mala nutta e ‘a figlia femmena? Allora la fortuna di certo non vi sorride. Almeno stando a un folkloristico detto napoletano, sinonimo di sventura. Aver trascorso, infatti, una brutta notte (quindi non aver riposato bene) e aver festeggiato (si fa per dire) la nascita di una neonata non era  – secondo l’antico proverbio napoletano – segno che le cose arridessero al protagonista di siffatti episodi.

‘A mala nuttata e ‘a figlia femmena, infatti, è un proverbio che in genere riassume con la classica sferzante saggezza antica e popolare una serie di episodi che ha impedito il buon esito di una determinata attività.

Se per la prima parte del detto si può tranquillamente essere tutti concordi con il fatto che dormire male non sia di certo un accadimento invidiabile; è la nascita della figlia femmina che lascia perplessi. Tuttavia per capire a fondo il significato di questa espressione bisogna calarsi nella realtà medievale, quando la società era molto più patriarcale e contadina di oggi.

Avere una figlia femmina anticamente voleva dire dover mettere su una dote per far maritare la propria figlia, ma anche avere una bocca in più da sfamare e due braccia (da contadini, agricoltori, braccianti appunto) in meno per poterlo fare.

La stessa mala nuttata, secondo un’ipotesi non meno accreditata, sarebbe strettamente connessa con il “maledetto” fiocco rosa. Infatti, mala nuttata potrebbe indicare non solo una notte in bianco, ma anche una notte di tempesta, burrascosa, capace di impedire l’intervento della mammana (vera e propria levatrice) per facilitare il parto.

Una simpatica spiegazione del proverbio napoletano ‘a mala nuttata e ‘a figlia femmena è fornita anche dall’attrice romana Anna Foglietta durante una puntata della trasmissione televisiva “La tv delle ragazze”, in onda sui Rai Tre:


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