A Capodimonte c’è il suo quadro: Carlo IV di Borbone, da Portici a re di Spagna


Al Museo di Capodimonte vi è un suo ritratto, a opera del grandissimo pittore Francisco Goya, che lo ritrae nelle vesti di un coraggioso cacciatore con il fucile e con al fianco il fido cane pronto a fiutare una splendida preda. Carlo IV di Borbone è ritratto per intero, alle spalle un paesaggio sfumato. L’ambientazione è tipicamente aristocratica, eppure c’è qualcosa nello sguardo del nobile che lascia intendere le difficoltà che dovette affrontare durante il suo regno. Figlio di Carlo di Borbone, re di Napoli, il quale divenne poi Carlo III di Spagna, con il padre condivideva anche il nome.

Reggia di Portici

Reggia di Portici

Nato nel 1748, nella splendida Reggia di Portici voluta dal padre Carlo III, crebbe amante della bella vita e dei tesori naturali e culinari di cui era circondato. Influenzato positivamente dal clima mite che la sua terra poteva offrirgli, si dilettava nella caccia e nel biliardo ed era conosciuto per la sua bontà. Si sposò ad appena diciassette anni con la cugina Maria Luisa di Borbone, che per tutta la vita condizionò le scelte del consorte. Il giovane Carlo salì sul trono di Spagna, nel 1788, alla morte del padre, allontanandosi per sempre dagli unici luoghi in cui era stato felice. Costretto a lasciare la terra in cui era cresciuto e che aveva imparato ad amare, fu obbligato a un trasferimento che lasciò una ferita che non riuscì più a risanare. Dopo pochi mesi, assistette a uno degli eventi più sconvolgenti per l’Ancien Regime: la presa della Bastiglia. Questo evento condizionò fortemente tutta la sua politica e quella degli altri re europei.

Nel 1793 iniziò la cosiddetta guerra della Convenzione o del Rosellòn che vide la Spagna contrapporsi alla Francia. Durante questa battaglia Carlo IV nominò primo ministro Manuel Godoy, personalità illuminata, riformista, molto influente a Corte nonché amante della regina. Con la pace di Basilea i contasti tra i due Stati sovrani terminarono, ma il potere del primo ministro aumentò sempre di più mettendo in secondo piano la figura del sovrano. Godoy appoggiò lo sviluppo delle scienze applicate favorendo la nascita della Società Economica degli Amici del Paese, un circolo di uomini illustri che introdusse criteri rivoluzionari nell’agricoltura, industria e commercio. Per questa influenza crescente del nobiluomo, Carlo decise di allontanarlo dalla Corte. Nel 1805 Carlo IV dichiarò guerra all’Inghilterra, questa decisione mise definitivamente in crisi la Spagna a causa della celebre sconfitta che la flotta subì nella battaglia di Trafalgar.

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Carlo IV di Borbone

Dopo pochi anni, successe ciò che un padre non avrebbe mai immaginato. Il re scoprì che il proprio figlio, Ferdinando “el Deseado” aveva organizzato un colpo di Stato. Scoprendo il golpe in tempo, il sovrano decise di perdonare il discendente, in favore del quale abdicò un anno dopo spaventato dalla rivolta popolare di Aranjuez scoppiata contro Godoy. Napoleone, che intanto aveva occupato la Spagna dando il via alla Guerra di indipendenza spagnola (1808- 1814), non riconobbe l’abdicazione e dopo aver fatto riconsegnare la corona a Carlo IV pretese che lo stesso abdicasse in suo favore. Napoleone, a sua volta, consegnò la Spagna al fratello Giuseppe. Il sovrano spodestato tornò in Italia dove visse nei palazzi romani Borghese e poi Barberini. Qui morì, pochi giorni dopo la sua sposa, nel 1819.

Fonti: Alesio de Sariis, “Dell’istoria del regno di Napoli”, Napoli, Orsino, 1791
Jose Maria Queypo de Llano Ruiz de Saravia Toreno,”Storia della sollevazione, guerra e rivoluzione della Spagna”, Milano, Bonfanti, 1838


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