Il Festival dell’Oriente incanta Napoli


Durante quest’ultimo mese, anche per la persona più distratta del mondo sarebbe stato impossibile, girovagando per le vie di Napoli, non incappare in uno dei numerosi manifesti dedicati al Festival dell’Oriente, tenutosi per la prima volta su suolo napoletano nei giorni 11-12-13 settembre e che si ripeterà il 18-19-20 del mese.
Fin dall’ingresso l’intenzione del festival si palesa chiaramente: trasportare il visitatore in Oriente, scindere la posizione fisica dalla focalizzazione mentale e sensoriale almeno per qualche ora, regalargli una sorta di ubiquità momentanea permettendogli di ritrovarsi in una parte del mondo a lui sconosciuta, tenendo tuttavia i piedi ben saldi sulla propria, di terra.
E per certi aspetti ci si sente anche meno a disagio, girovagando tra i vari padiglioni allestiti con cura, perché qui l’unico scopo è quello di lasciarsi affascinare, sorprendere e dedicarsi alla scoperta. Il tutto con un atteggiamento molto disteso, quasi giocoso, verso un percorso immaginario che il visitatore, sebbene si ritrovi circondato da culture che non gli appartengono, percorre preoccupandosi solo di perlustrare con naturalezza e curiosità.

festivalÈ consuetudine dell’occidentale medio, nel momento in cui gli viene chiesto di pensare all’Oriente, collegarsi quasi meccanicamente alla Cina, al Giappone e all’India. Ebbene, colui che decide di partecipare a quest’evento ha la possibilità di ampliare gli orizzonti permettendo ai propri occhi di ammirare le meraviglie di paesi lontani e meno conosciuti, ma non per questo non carichi di un fascino ammaliante. Sebbene sia consigliabile lasciar libero sfogo all’istinto e alle percezioni individuali e personali a cui il luogo rimanda, per scongiurare l’eventualità di perdersi qualche chicca, all’entrata viene data l’opportunità di munirsi di una mappa. Il festival, varcata la soglia del padiglione più prossimo all’ingresso, dà il suo benvenuto al curioso visitatore attraverso una serie di fotografie suggestive, di costumi sfavillanti e di disegni fantastici che attirano l’attenzione dell’ospite anche solo per i colori vivaci che li contraddistinguono. Proseguendo il tragitto, prima di addentrarsi nel vivo del padiglione, è possibile per qualche istante godere di una panoramica di quello che si andrà poi ad osservare nel dettaglio; si scorgono così in lontananza i frutti intagliati e le composizioni floreali realizzate con accuratezza e precisione, i monaci tibetani che, circondati da una folla talvolta tutt’altro che silenziosa, si dedicano al loro momento di preghiera dimostrando incredibile capacità di concentrazione e un’invidiabile diligenza. Si rimane incantati di fronte ai giochi cromatici dei wagasa – i tradizionali ombrelli giapponesi – o al piccolo angolo appartato riservato ai bonsai (quasi come se li si volesse tenere al riparo dalla confusione) e ci si rilassa nel largo spazio dedicato ai massaggi orientali, dove è facile intravedere donne impegnate nel praticare particolari tecniche, la maggior parte delle quali prevedono che l’intero peso della persona sia caricato su quella che ha richiesto il servizio.

Festival dell'orienteInoltre, il posto offre una considerevole selezione di pietanze tipiche di ogni paese, la cui varietà assicura l’appagamento di qualsiasi palato. Ciascuna vivanda si presenta con il proprio “biglietto da visita”, un odore chiaro e caratteristico, accompagnato dalla preparazione del piatto stesso davanti agli occhi del visititore. Sarà più facile di quanto si possa credere giungere presso il ristorante giapponese ed intravedere al di là della vetrata il taglio del salmone fresco pronto per essere servito, oppure l’aggiunta delle spezie con successiva mescolanza del riso in quello indiano, o ancora lo sfrigolio della tempura che cuoce all’interno della friggitrice in attesa del raggiungimento della giusta croccantezza. Per i meno temerari che non intendono sperimentare sapori ignoti, inoltre, vi è la possibilità di intrattenersi con una serie di spettacoli che definire ipnotici è decisamente riduttivo. All’interno di ogni padiglione è allestito un palco sul quale si alternano rappresentazioni di balli, canti ed esecuzioni musicali tipiche di qualsiasi angolo orientale. Le movenze incantevoli e i suoni nuovi di alcuni strumenti (di cui a volte l’occidentale ignora anche l’esistenza), catturerà completamente l’attenzione del visitatore. Tanti i banchetti designati alla vendita di articoli orientali (in un entusiasmo poco condiviso dal portafoglio), tanti gli show di arti marziali e le stimolanti conferenze incentrate sulla ricerca e il raggiungimento del benessere.
Sebbene la tentazione sia quella di continuare a svelarvi i piccoli segreti di questo evento unico, preferisco mantenere un alone di mistero invitandovi a parteciparvi personalmente.
Con l’auspicio che questa altro non sia che una briosa descrizione del festival, mi auguro avrete modo di provare tutto ciò che avete avuto modo di leggere in quest’articolo e… divertirvi!


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