Torna la Lampadedromìa: la corsa con le fiaccole della Neapolis greca


Le Universiadi Napoli 2019 hanno portato una serie di eventi collaterali di cui la città partenopea ha beneficiato.
Uno di questi è la Lampadedromìa, di cui siamo alla IV Edizione. Ma andiamo a vedere cos’è e dove affondano le sue radici.
Portiamo l’asticella del tempo indietro, molto indietro. Giungiamo all’epoca degli antichi Greci e antichi Romani, e proviamo a immaginarci immersi lì, nelle loro usanze e nei loro modi di creare intrattenimento.

Proprio lì ritroviamo la nascita della tradizionale Lampadedromìa, ovvero antiche gare greche di corsa a squadre con fiaccole, che si svolgevano in diverse città e in particolare ad Atene, durante i festeggiamenti di Efesto e Prometeo, nelle Panatenee, nelle celebrazioni di Ermete, Teseo e Pan.
La denominazione che vuol dire letteralmente “Uguale ai giochi di Olimpia” hanno attirato a Neàpolis atleti e artisti da tutto il mondo.

Augusto, fondatore dei Giochi, aveva istituito tali manifestazioni che prendevano le loro origini dalla Grecia, attestando anche la mai ruinnegata grecità di Neàpolis, dove era attestata una Lampadedromìa in onore di Partenope fin dalle origini della città. Tale evento trovò il suo consolidamento nel V sec. a. C. dall’ateniese Diotimo e la Lampadedromìa Neapolitana (una staffetta con le fiaccole che aveva il punto d’arrivo nell’attuale Castel dell’Ovo) divenne una tra le più famose e acclamate del Mediterraneo.

L’Associazione Amartea ha “giocato” con quell’asticella del tempo, calandosi in quell’affascinante passato per riproporre le antiche manifestazioni pubbliche di gare e giochi organizzati che si tenevano a Neàpolis in età imperiale. Dunque un arco che unisce antichità e modernità, alla scoperta del sano divertimento e della conoscenza delle proprie radici. Un itinerario che si muove tra storia, mare e testimonianze archeologiche.

L’itinerario, che avrà inizio oggi alle 17.00, sarà un tour tra mito e storia.
La partenza sarà l’Acropoli di Cuma, prima colonia greca in Italia meridionale, e dopo la cerimonia dell’accensione del braciere e della fiaccola presso il Tempio di Giove, la partenza vera e propria sarà all’ingresso degli scavi dove si apre l’Antro della Sibilla, antistante al Foro Cumano nella città bassa. Da lì si attraverserà l’Arco Felice Vecchio, passando per via Montenuovo Licola Patria dove si potrà ammirare lo splendido panorama sul lago di Averno, ammirando la veduta del Castello di Baia. Si proseguirà sulla via Domitiana e via Campi Flegrei dove troviamo lo Stadio Antonino Pio.

Si aprirà, poi, la seconda tappa che procede fino all’Anfiteatro Neroniano Flavio a corso Terracciano e da qui si discende in direzione del Porto su via Carmine, costeggiando Villa Avellino e il Duomo edificato sul tempio dedicato ad Augusto. da via G. Marconi, per via Matteotti, si arriverà sul LungoMare Pertini e via Napoli.
La terza tappa consisterà nel tratto costiero che unisce Pozzuoli e Napoli e regala il panorama di Ischia, Procida, capo Miseno, giungendo dinanzi alla Città della Scienza.

La quarta tappa inizia con la salita di via Coroglio, dove si apre la Grotta di Seiano che porta al Virgiliano e alla Villa di Vedio Pollione. Arrivati sulla sommità della collina di Pausylipon, si camminerà in direzione di via Posillipo, superando Palazzo Donn’Anna fino ad arrivare alla Fontana del Sebeto.
L’ultima tappa vede il bellissimo Lungomare Francesco Caracciolo, andando verso l’interno dinanzi al Monumento a Giambattista Vico, giunti a Piazza Vittoria, si arriverà fino a Piazza Plebiscito, arrivando dinanzi alla statua di Augusto a via Orsini e alla Fontana del Gigante.

L’arrivo, proprio come in antichità, vedrà il luogo del Castel dell’Ovo, dove sarebbe sepolta Partenope, alla quale è dedicata la Lampadedromìa.


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