Quando Napoli fece il patto con San Gennaro: corteo in abiti del ‘500 e sbandieratori nel centro storico

Napoli voto a San Gennaro


Quando Napoli fece il patto con San Gennaro nel 1527. Un evento da non perdere: una mostra ed un corteo storico per la rievocazione dell’atto sottoscritto dalla città col Santo Patrono.

Napoli voto a San Gennaro, rievocazione storica e mostra

Tra il 1525 ed il 1527 la Città di Napoli, duramente provata da guerra, epidemia e terremoti, fece un patto con San Gennaro – con un vero e proprio contratto notarile. Il fine era costruire una nuova cappella per custodire le sacre reliquie ed il tesoro in cambio della salvezza. Nacque così l’eccellentissima Deputazione della Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Per rievocare la storica sottoscrizione del voto del 1527, e a sostegno della candidatura UNESCO come bene immateriale dell’Umanità del Culto e della devozione di San Gennaro a Napoli e nel mondo si terrà una mostra. Dal 7 al 17 settembre si terrà – nella Chiesa S. Maria del Rifugio (via Tribunali 188) – la Mostra Architettonica-Iconografica “San Gennaro e i Sedili di Napoli” a cura di Gianmaria Lembo e dell’Associazione “Napoli è”.

Corteo storico rinascimentale per San Gennaro

Sabato 17 settembre, con partenza alle ore 16 dall’ex Ospedale della Pace (Via Tribunali ), sfilerà il Grande Corteo Storico Rinascimentale dei Sedili di Napoli e dei Casali di Cava dei Tirreni che si snoderà attraverso il seguente percorso. Castel Capuano, Via Muzii, Via P. Colletta, Via Forcella, Via Giudecca Vecchia, Via San Biagio dei Librai, Via Nilo, Via Tribunali, Piazza San Gaetano, Via Tribunali, Via Duomo, Cattedrale (sosta per la teatralizzazione del Voto), Via Tribunali (ex Ospedale della Pace).

Durante il percorso sono previste brevi soste per l’omaggio ai Sedili, con esibizione degli sbandieratori e dimostrazioni di sparo degli archibugieri

Il Museo del Tesoro

Come risulta da un antico documento, nel 1527 il popolo di Napoli fece un patto con San Gennaro. Si impegnò a costruire una cappella in suo onore se il patrono avesse interrotto l’epidemia di peste che si era diffusa in tutto il regno, già teatro della guerra tra Spagna e Francia. La pestilenza cessò e i partenopei realizzarono, all’interno del Duomo, una nuova cappella sulla base del progetto proposto dal padre teatino Francesco Grimaldi. Dopo numerosi secoli, accanto alla cappella e al Duomo, è stata realizzata un’altra struttura per poter contenere l’immenso patrimonio artistico dedicato al santo: il Museo del Tesoro di San Gennaro, uno dei musei più ricchi al mondo.

Di particolare bellezza sono la Mitra d’argento dorato, risalente al 1713 e realizzata da Matteo Treglia, con rubini, smeraldi e brillanti; e la Collana di San Gennaro, iniziata nel 1679, formata da tredici maglie in oro massiccio alle quali sono appese croci tempestate di zaffiri e smeraldi. Non possono però essere dimenticati il Manto di San Gennaro, coperto di pietre preziose e di smalti raffiguranti le insegne araldiche del casato.

Uno degli ultimi gioielli a entrare a far parte del Tesoro è stata una coppia di orecchini di famiglia donati, nel 1933, da una popolana dopo aver ricevuto un miracolo dal Patrono di Napoli.


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