L’Oasi. Quando lontano non è mai lontano abbastanza


Quanto lontani dalla città, dalla gente e dal mondo bisogna andare per fuggire realmente da se stessi? Questo l’assunto da cui inconsapevolmente parte l’irresistibile protagonista de “L’Oasi”, spettacolo diretto da Teatro in Fabula andato in scena allo ZTN (Zona Teatro Naviganti) da venerdì 13 marzo a domenica 22 per la regia di Giuseppe Cerrone e Antonio Piccolo.

Un trasloco, una nuova casa, bianca, pulita! Un’oasi in mezzo alla campagna dove poter rimettere a posto la propria vita, sistemare i pensieri, metabolizzare la propria esistenza. Lo spettacolo inizia da qui, dalle aspettative di un giovane intellettuale pronto a mollare vizi, sirene e chimere della modernità per dedicarsi esclusivamente al proprio lavoro, ai propri sogni e alle proprie ambizioni!

Ma in questo straordinario progetto fatto di illusioni in divenire,  sembra esserci fin dal primo istante qualcosa che non va! Prima il vicino, con la sua televisione a disturbare una surreale quiete, poi un insistente fruscio che si tramuterà presto in presenza: un topolino, grigio, piccolo ma tenace, apparentemente innocuo, che di li a poco si trasformerà in una vera e propria ossessione capace di offuscare ogni altro pensiero!

Non c’è spazio per il “grigio” nell’oasi, non c’è spazio per un antagonista nella sua ricerca! Da questo istante il protagonista inizia a vivere solo per combattere quella presenza piccola ma ingombrante, invadente e scomoda, ed in questa lotta fatta di esilaranti stratagemmi, di trappole ed inganni, cominceranno ad emergere pian piano tutte le fragilità, le delusioni e le sconfitte che hanno costellato la sua vita!

A volte sono proprio i nemici a renderci ciò che siamo! Capaci di sollevare dubbi a cui mai avremmo pensato, ci inducono riflessioni che neppure il più il fedele degli amici o il più tenero degli amanti sarebbero mai stati in grado di scatenare!

Quanto lontani dalla città, dalla gente e dal mondo bisogna andare per fuggire realmente da se stessi? Quando si vuole scappare dalla propria vita, nessun posto sarà mai (davvero) abbastanza lontano!

Uno spettacolo asciutto, ironico, intelligente. Una recitazione sobria capace di reggere il ritmo senza annoiare. In poche parole, un’esperienza da ripetere!


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