Napoli, Sarri: il 4-3-3 non è più un dogma. Ecco come possono cambiare squadra e modulo


Sette nuovi acquisti, almeno quattro moduli differenti. Il calciomercato estivo del club azzurro, oltre alle classiche infinite polemiche, ai sogni svaniti (vedi Cavani) e a quelli infranti (vedi Higuain), porta in dote a mister Maurizio Sarri anche una grossa dose di varietà tecnico-tattica, tutta da amalgamare sul terreno di gioco e da impostare secondo nuovi differenti schemi di gioco. Potrebbe essere questa l’arma vincente di un Calcio Napoli orfano di un centravanti da 36 gol, ma gravido di frecce polivalenti da far scoccare dal proprio nuovissimo arco.

Il 4-3-3 l’anno scorso ha garantito ai tifosi partenopei un gioco invidiabile a livello nazionale e non solo, che ha contribuito – tra l’altro – all’inarrivabile record di reti segnate dal “core ‘ngrato 2.0”. Quest’anno, però, lo stesso modulo potrebbe tuttavia palesarsi come un ostacolo al raggiungimento degli obbiettivi napoletani, in quanto mandato a memoria non solo dai calciatori azzurri, ma anche dagli allenatori avversari. Proprio per questo, dunque, il tecnico toscano starebbe seriamente pensando di alternare più sistemi di gioco a seconda delle squadre che il Napoli torverà sul suo cammino e a seconda della condizione atletica dei suoi calciatori.

Come non pensare di schierare la squadra, ad esempio, col 4-3-1-2, idea di base con cui Sarri si era presentato al suo arrivo a Castelvolturno l’anno scorso, ma poi accantonata dopo un inizio in salita. Se Hamsik e Insigne, infatti, hanno più volte dimostrato di non trovarsi a proprio agio nella posizione di trequartista, molte più chance potrebbe avere in questo affascinante quanto delicato ruolo Zielinski, che ha già ben impressionato nelle prime uscite stagionali, sebbene in un centrocampo a tre. Avanti il calciatore polacco si troverebbe a dover innescare Milik e Gabbiadini, senza così creare nemmeno una concorrenza tanto accesa tra i due. Per il resto, invece, la squadra non muterebbe rispetto ai soliti uomini, con Allan, Jorginho e Hamsik a comporre la classica linea mediana.

Altra possibile soluzione potrebbe, inoltre, essere il 4-3-2-1, con Gabbiadini e Mertens alle spalle di Milik e solito assetto dietro. Anche in questo caso il posto di una delle due mezze punte potrebbe essere preso ancora una volta da Zielinski, ma anche da Giaccherini, molto bravo negli inserimenti. Tra l’altro questo modulo permetterebbe a Manolo Gabbiadini di giocare in posizione più centrale e di essere quindi potenzialmente più pericoloso con il suo potente e preciso sinistro.

Uno stravolgimento tattico più evidente sarebbe poi il 4-2-3-1, poiché il centrocampo cambierebbe parecchio nelle posizioni in campo. Davanti la difesa, col compito di fare da schermo, ma anche di ricamare la coppia migliore potrebbe essere quella formata da Allan e uno tra Hamsik e Rog, mentre Jorginho o Diawara potrebbero essere un po’ troppo lenti per giocare in una zona del campo così delicata senza l’aiuto di due mediani. Alle spalle di Milik, invece, spazio a Insigne o Mertens, Zielinski e Callejon. Gabbiadini potrebbe essere una valida alternativa sulle fasce, contrariamente all’idea finora dimostrata da Sarri, così come ovviamente Giaccherini.

Un’ulteriore possibile soluzione – molto più radicale – sarebbe il passaggio alla difesa a 3, comporta da Maksimovic (abituato a questo schieramento), Albiol e Koulibaly, con Giaccherini e Callejon sulle corsie esterne e Jorginho, Hamsik e Allan a comporre un centrocampo a 5, pronto a sostenere la coppia d’attacco Gabbiadini-Milik.


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