Salvatore Bagni: l’epurazione de ‘la banda dei 4’ e quel gestaccio sotto la Sud


Vi ricordate di ‘o guerriero? Fu una delle colonne portanti del primo Napoli scudettato. La sua esperienza all’ombra del Vesuvio non si concluse nel modo migliore con quella che passò alla storia come “l’epurazione della banda dei 4”. Oggi, nel giorno del suo compleanno, raccontiamo la sua storia ripercorrendo alcuni dei momenti che maggiormente lo hanno segnato nella vita.

Nato nella provincia emiliana di Correggio il 25-09-56, Salvatore Bagni iniziò la sua carriera da giocatore all’età di diciotto anni nel Carpi, in Serie D, dimostrandosi subito un’ala destra molto prolifica. Due anni più tardi passa al Perugia (che allora militava in Serie A) compiendo un salto di categoria dalla portata tutt’atro che indifferente. L’esordio in massima serie è datato 11 settembre 1977 in una trasferta a Bergamo terminata 1-1. In poco tempo, il giovane attaccante riuscì a conquistare la fiducia dell’allenatore Castagner al punto da diventare uno dei chiodi fissi dell’11 titolare umbro. Nella stagione ’78-’79 fu infatti tra i protagonisti del cosiddetto “Perugia dei miracoli” che chiuse il campionato come seconda forza stabilendo un record di imbattibilità di 30 partite. Dopo 4 anni, si trasferisce all’Inter dove raccolse le chiavi del centrocampo appartenute inizialmente ad un certo Lele Oriali passato alla Fiorentina. E’ in nerazzurro che Bagni vinse il suo primo titolo da calciatore (Coppa Italia, ’81-’82). L’anno successivo sotto la guida di Rino Marchesi divenne uno dei migliori centrali di centrocampo d’Europa. Alla fine di quell’annata, una violenta lite col neopresidente Pellegrini posero fine alla sua esperienza in maglia nerazzurra.

Nell’estate del 1984 fu acquistato dal Napoli con l’obiettivo di rinforzare una mediana già di suo forte. Nell’anno del primo storico scudetto culminato tra l’altro anche con la vittoria della coppa nazionale, Bagni giocò 40 partite mettendo a segno 7 gol. Il 25 ottobre del 1987 fu protagonista di uno spiacevole gesto in un Roma-Napoli conclusosi 1-1. Gli azzurri erano in svantaggio per 1-0 (gol di Pruzzo al 46′) e, come se non bastasse, giocavano in 9 date le espulsioni di Renica e Careca. Nel finale, un’incornata di Francini regalò il pari agli uomini di Bianchi. Per festeggiare, ‘o guerriero compì il gesto dell’ombrello sotto la Sud giallorossa. Quella partita segnò la fine del gemellaggio tra le due tifoserie. In quell’anno, gli azzurri persero la testa della classifica nella partita contro il Milan (2-3) che si aggiudicò il tricolore dopo un’ appassionante rimonta propiziata però anche da un calo da parte dei partenopei. I capri espiatori di quel fallimento furono, oltre allo stesso Bagni, anche Giordano, Garella e Ferrario (la “banda dei 4”). Ciò pose fine alla sua carriera azzurra. Carriera che poi si concluse definitivamente l’anno dopo nell’Avellino. Oggi Bagni lavora come consulente tecnico nel Bologna oltre ad essere un commentatore ed opinionista nella RAI.

“Sogno ancora la notte dopo la vittoria dello scudetto … ma non posso mai dimenticare le insinuazioni di chi pensava che quando perdemmo lo scudetto l’anno dopo la facemmo apposta. Trovai cinquemila persone a piazza dei Martiri a insultarmi con Garella, Ferrario e Giordano: rimanemmo allibiti. Poi la gente ha capito. Quell’anno persi tutto, anche la Nazionale, ma Napoli non la dimenticherò mai”. Tanti auguri Salvatore!


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