Non quello definitivo, tuttavia. Già, perché gli arbitri dietro le quinte delle due sfide di A, Irrati, Di Bello e Doveri, non potranno comunicare col direttore di gara e non potranno fornire alcuna informazione o indicazione circa le varie fasi di gioco della gara. Al momento, invece, questa prima esperienza di moviola in campo servirà più che altro alla classe arbitrale per cominciare a comprendere i meccanismi delle nuove tecnologie in uso e a stabilire come usarle al meglio per un arbitraggio che possa essere quanto migliore possibile.
Ad oggi – secondo un articolo del quotidiano La Repubblica – ci vogliono circa 17 secondi per decretare un calcio di rigore o prendere una decisione arbitrale importante. L’obiettivo, invece, sarebbe quello di riuscire ad impiegarne solo 7. In Olanda, per esempio, dove la sperimentazione esiste già da due anni, si è già scesi a 12 secondi.
Il passo successivo sarà poi l’introduzione della Var, Video Assistant Referee, che dovrebbe anche essere utilizzata per la prima volta in un Mondiale di calcio, quello di Russia 2018.