Marotta dubbioso sulla moviola in campo: “Non si deve togliere soggettività all’arbitro”


Aldo Biscardi molti anni fa conduceva instancabilmente la battaglia della moviola in campo. Il “rosso” giornalista veniva accusato dai più, di vaneggiamenti televisivi. Eppure dopo molti anni l’idea di aiutare l’arbitro con la tecnologia sta finalmente prendendo forma e anche sostanza.

Nell’ultima partita di campionato l’apparecchio ha funzionato in due partite della Serie A in modalità off-line, dopo aver esordito il 1 settembre nell’amichevole dell’Italia a Bari. Una giornata definita storica.

La moviola dovrebbe ufficialmente entrare in funzione in occasione della Coppa Italia del 2018, dopo una lunga fase di sperimentazione. Tutti d’accordo sulla svolta storica, il calcio ne può solo guadagnare in credibilità. Non a caso un ultimo sondaggio della Demos, commissionato per il quotidiano Repubblica, rivela che negli ultimi anni la percentuale di calciofili in Italia si sta abbassando gradualmente. Motivo preponderante è proprio la mancanza di fiducia nei confronti di chi gestisce il sistema calcio.

Voce fuori dal coro è quella del direttore sportivo della Juventus, Marotta. Non proprio un fervido zelatore della nuova tecnologia “var”: “Deve essere molto moderata, anche per non essere invasiva sulla dinamica veloce del calcio, che non si può interrompere spesso. La nuova tecnologia ben venga se è utilizzata per determinati obbiettivi che sono quelli del gol non gol, o di dare riscontri al fuorigioco, ma non si deve togliere la soggettività dell’arbitro. Va impiegata per due o tre episodi nell’arco dei 90 minuti”.

I maligni sostengono che dietro le remore di Marotta ci sia la paura che la sudditanza psicologica degli arbitri possa improvvisamente dissolversi. A svantaggio della sua Juventus.


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