Alla scoperta dell’ostacolo Nizza: senza Balo e Sneijder, ecco su chi punterà


Dici Nizza e pensi alla Costa Azzurra, al mare, agli yacht dei Vip che frequentano queste zone ma di certo non viene in mente la parola calcio. Sono altre, solitamente, le squadre blasonate del panorama transalpino e, probabilmente, se non fosse stato per l’approdo di Balotelli, non sarebbero pochi i tifosi che immaginerebbero la squadra nelle serie minori.

D’altronde i rossoneri, eccezion fatta per il periodo d’oro degli anni ’50 quando vinsero quattro campionati, non hanno avuto una fiorente tradizione calcistica.

Ciò non toglie, però, che il terzo posto dell’anno scorso è più che meritato, figlio di una programmazione societaria che, rilevando la squadra due anni fa, ha portato il Nizza a conquistare prima un quarto posto poi la piazza d’onore della passata stagione riuscendo a tenere il passo di PSG e Monaco per gran parte del torneo.

Buona parte dei meriti vanno anche al tecnico Favre che ha plasmato la sua squadra a sua immagine. Il suo gioco, pur sfruttando fisicità e gamba tipico del calcio francese, fa partire l’azione dal basso. Un gioco manovrato atto poi a sfruttare la fantasia delle mezze punte nonchè l’estro di Balotelli.

Se però l’anno scorso l’allenatore elvetico aveva optato per un atteggiamento camaleontico con continua variazione del sistema di gioco che spesso passava da una difesa a tre a quella a quattro ed un’ampia rotazione della rosa (non era raro vedere la formazione modificata di 7-8 undicesimi rispetto alla gara precedente), quest’anno complice le partenze di Dalbert, Eysseric e Belhanda nonchè gli infortuni del centrocampista Cyprien e di Balotelli, ad oral’unico schieramento adottato è il 4-2-3-1 con l’utilizzo, grossomodo, degli stessi elementi.

Non è dunque difficile ipotizzare la formazione che verrà schierata al “San Paolo”.

Tra i pali il prodotto del vivaio, classe ’94, Yoan Cardinale, portiere che ha mostrato nelle ultime due stagioni di essere molto affidabile.

La difesa a quattro vede a destra Souquet, terzino di spinta molto bravo, quindi ad accompagnare l’azione oltre che difendere. La coppia centrale è composta dall’esperto Dante. Il difensore, che quest’anno ha ereditato la fascia di capitano, pur essendo il cardine della difesa, ha palesato diversi limiti già noti quando militava nel Bayern Monaco. Altro centrale è Le Marchand, altro elemento non proprio irresistibile che potrebbe trovarsi in difficoltà contro la rapidità di Mertens. A sinistra il fiore all’occhiello della retroguardia, il classe ’99 Sarr. Dotato di grande fisicità, l’anno scorso giocava centrale ma, con la partenza di Dalbert, è stato dirottato in fascia dove, però, si è messo in luce più per le sue doti di copertura che di spinta.

I due mediani sono Seri e Koziello, un misto di qualità e quantità. Seri è il maggiormente dotato di piedi buoni e tempi d’inserimento al punto da aver attirato su di se le attenzioni di Barcellona e Liverpool. Più metronomo invece Koziello, altro prodotto del vivaio.

La trequarti è il reparto che ha avuto le maggiori perdite rispetto all’anno scorso viste le partenze del fantasista Belhanda e della mezz’ala Eysseric. Il primo, in attesa del pieno recupero di Sneijder, ad ora è stato rimpiazzato , con alterne fortune, dal giovane tunisino Srarfi. In luogo del neo calciatore della Fiorentina, invece, è arrivato dal Monaco Saint-Maximin, altro acqusito di prospettiva che ha debuttato venerdì con i nuovi compagni dopo che appena sette giorni prima aveva giocato con i monegaschi. Completa il reparto Less Melou, altro elemento dotato di grande velocità.

In avanti, al posto del lungodegente Balotelli ci sarà Plea. Una perdità non da poco considerando che la punta italiana, oltre ad essere stato il capocannoniere della passata stagione, è molto bravo nel lavoro sporco. Non a caso i suoi problemi fisici hanno portato nella scorsa annata a qualche pareggio di troppo e non a caso, in camionato in due gare è arrivato un solo gol, tra l’altro su rigore. Plea è una punta meno fisica e più mobile con il vizio di sbagliare qualche gol di troppo.

Il Napoli dunque, dovrà essere bravo a non far ragionare i centrocampisti ed evitare che i fantasisti, dotati di una tecnica inferiore rispetto agli azzurri ma molto veloci, vadano in campo aperto ed in fase offensiva di andare spesso nell’uno contro uno.


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