Mertens: “Diventai subito napoletano. Il mio gol preferito? Nessuno lo ricorda…”


All’anagrafe fa Dries, ma ormai a Napoli tutti lo chiamano Ciro. In fondo fa niente se Mertens proviene dal Belgio, perché Napoli non perdona chi tradisce, ma accoglie con affetto chi la ama. E lo “scugnizzo” del nord Europa lo ha fatto sin da subito, come ha raccontato in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, passando da questioni di campo a quelle di vita.

Con Sarri in panchina sembra che dopo gli allenamenti hai già giocato la partita e la domenica sembra che la tua squadra abbia un uomo in più. Il mister – lo elogia Mertens – prepara le partite in modo quasi scientifico. Mi piace il modo in cui organizza il gioco quando noi abbiamo il possesso palla e poi come struttura la pressione quando il pallone lo hanno gli avversari. Lui mi ha insegnato il calcio”.

Ma anche “giocare in 12” non comporterà automaticamente lo Scudetto secondo il pensiero di Mertens: “Con gli infortuni di Milik e Ghoulam siamo stati sfortunati. Sappiamo di non avere trenta uomini che possono giocare, ma al momento siamo comunque un punto avanti a tutti e questo, in un campionato così equilibrato, può contare molto“.

Risposta inaspettata quando si parla del suo gol preferito: “Nessuno lo ricorda. Il mio preferito è stato il gol contro la Fiorentina, nella partita che abbiamo giocato in casa. Ho fatto un tunnel a Rodriguez, poi un passaggio no-look ad Hamsik. Lui ha tirato, il portiere ha preso la palla e dopo, sulla respinta, io ho fatto gol”.

Così come può incidere parecchio anche il proverbiale calore dei tifosi azzurri: “Avevo giocato qui con l’Utrecht. Mi erano piaciuti subito la città e il suo spirito. Quando la società mi ha acquistato sono venuto con tutta la famiglia e mi sono ambientato facilmente. È molto diverso il sentimento della gente di Napoli per il calcio e i suoi protagonisti rispetto a quello a cui ero abituato in Belgio.

“Ci sono un calore, una solidarietà che ti aiutano a vivere bene una città che non è la tua. Napoli si stringe attorno ai giocatori della sua squadra, li fa sentire tutti napoletani da sempre. E poi ora sono felice, la mattina mi alzo, bevo il caffè e guardo il mare. Io vivo al mare e non me lo si può togliere“.


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