Napoli, lo Scudetto è rivoluzione: la risposta all’Italia razzista che vuole la morte del Sud

Napoli, lo scudetto è una rivoluzione contro l'Italia razzista


Per una gioia che esplode a Napoli, un incubo si materializza nel resto d’Italia da Roma in su, a parte rare eccezioni. Il calcio non è infatti solo calcio, ma un microcosmo dove risultano più evidenti e si esasperano le reali dinamiche interne della società, dato che la passione fa venire meno quelle sovrastrutture che determinano poi la censura di atteggiamenti e pensieri che trovano libero sfogo in veste di tifosi.

Lo Scudetto del Napoli è una rivoluzione contro l’Italia razzista

È proprio così che in città – ad esempio – come Varese, Udine o Bergamo spuntano comunicati e volantini dove si ricorre al metodo mafioso per intimorire i napoletani e convincerli a non festeggiare lo Scudetto. Città dove generalmente i napoletani e meridionali vengono “tollerati” esteriormente, conservando però l’avversione nell’animo. Il razzismo del Nord contro il Sud esiste, è cosa nota e oggi poco o nulla è cambiato rispetto ai non si affitta ai meridionali del dopoguerra o i muri auspicati dalla Lega Nord che ancora oggi esiste ed è rappresentata in Parlamento.

Una nazione razzista che vuole la morte del Sud

L’Italia tollera insulti e cori da stadio verso napoletani e meridionali perché è di fatto intrinsecamente razzista. In Italia giornalisti ed opinionisti sono lasciati liberi di esprimere commenti di matrice razzista nei confronti di altri italiani perché il Paese è complessivamente razzista.

Se la questione si risolvesse in insulti e parole, potremmo anche sopportarla con la storica capacità di rispondere con intelligenza e vivacità intellettuale. Impossibile dimenticare Giulietta è na zoccola come risposta alle continue offese razziste dei veronesi. Il problema è che tale razzismo guida comportamenti e decisioni anche a livello politico, decretando furti e ingiustizie che negano e offuscano il futuro del meridione: lo scippo delle risorse del Pnrr, il furto di 840 miliardi di euro dal 2000 al 2017, gli investimenti concentrati quasi esclusivamente al Nord ed in parte al Centro, lo spopolamento del Sud, la riduzione del Mezzogiorno a colonia interna. In Italia tutto questo è possibile perché i cittadini che beneficiano del razzismo anti meridionale a livello politico sono anche essi razzisti verso i meridionali. Il ragionamento è semplice.

In questa ottica oltre a diventare comprensibili le proteste contro i festeggiamenti per lo scudetto partenopeo, si comprende ancora di più la portata del trionfo del Napoli Calcio. È la capitale del Sud che sovverte meccanismi precisi che per alcuni non devono essere messi in discussione. È una reazione (limitata allo sport) allo stato di sottomissione politica, economica, culturale e sociale al quale il Mezzogiorno è condannato dall’unificazione nazionale in poi. È il segno che, se il Sud vuole e si unisce, può risorgere sulle proprie gambe.


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