Napoli-Dinamo, una mina vagante sulla strada per Varsavia


Non è una sfida che mette i brividi, esclusi quelli provocati dal freddo di Mosca al ritorno. Nemmeno, però, una passeggiata di salute. Occhio a Napoli-Dinamo, perché al San Paolo potrebbe arrivare la mina vagante dell’Europa League.

Sei vittorie su 6 nel girone (l’unica ad esserci riuscita), 0 sconfitte in otto gare e soli 4 gol subiti, contro i 12 realizzati. Se qualcuno sa leggere il russo, si accorgerà che sul biglietto da visita dei moscoviti c’è scritto “outsider”. O se preferite “jolly”, come ha definito la sua squadra il difensore Christopher Samba: “Perché le avversarie di più alto profilo non ci conoscono, ma noi siamo in gradi di sorprendere tutti” – ha dichiarato al sito ufficiale dell’UEFA.

Tutti significa anche il Napoli, che dovrà stare attento al 4-2-3-1 di mister Cherchesov. Uno schieramento offensivo che ha proprio nelle due ali d’attacco il suo punto di forza. Valbuena e Dzudzsak sono i giocatori che stanno facendo volare la seconda squadra di Mosca, specie in Europa.

Già, perché se la Dinamo ha fatto en plein nel gruppo E e liquidato facilmente l’Anderlecht  ai sedicesimi (0-0 all’andata e 3-1 in casa al ritorno), nel campionato russo è soltanto – si fa per dire – terza, a 2 punti dai cugini del CSKA e a 9 dallo Zenit di Villas Boas. Distacco che potrebbe, però, presto diminuire, visto che i blues di Russia devono ancora recuperare una gara.

Se la squadra viaggia a tali ritmi, tuttavia, il merito non può essere solo degli unici due stranieri in rosa. Da prendere con le pinze anche i centravanti Kuranyi e Kokorin, quest’ultimo da poco entrato anche nel giro della nazionale di Fabio Capello. Due gol per entrambi in questa edizione dell’Europa League. Per un attacco che segna, però, c’è anche una difesa che conserva. La possanza atletica di Samba e Hubocan a difesa dell’estremo difensore Gabulov, più l’esperienza tutta mancina di Zhirkov sulla corsia sinistra, rendono il reparto difensivo non facile da superare. Ottima, poi, a centrocampo, la regia di Igor Denisov.

Certo, se gli azzurri vogliono alzare al cielo la loro seconda Coppa Uefa (come veniva chiamata fino a qualche anno fa), non possono temere una squadra per la quale i quarti sarebbero già un successo. Il Napoli ha, anzi, il dovere e il potenziale per riportare in bacheca una coppa che manca dal 1989. In fondo, sulla carta, dovrebbero essere i russi a dover dire dasvidania.

 

 


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