Cori razzisti, la Gazzetta dello Sport: “Napoletani e veronesi, si somigliano!”


La notte di solito, si dice porti consiglio, e pure per tutti i tifosi del Napoli, sicuramente non è stato così. Metabolizzare la sconfitta subita contro il Verona non è facile, si cerca il colpevole, o cosa non sia andato, ma la verità è che ieri in campo il Napoli non è mai entrato.

Può succedere di perdere ma bisogna farlo con dignità, la stessa che ieri gli azzurri hanno lasciato negli spogliatoi del Bentegodi, o peggio a casa, a Napoli, chiusa in un cassetto in fondo all’armadio. Farsi asfaltare da una squadra che è solita lottare per la salvezza in campionato, non solo è umiliante ma anche a dir poco inconcepibile per un club che punta ai riflettori europei.

A fare da eco all’inammissibile prestazione pietosa dei partenopei, i soliti cori che fanno discutere, quelli che di calcio non parlano mai, ma che conoscono bene la legge dell’odio e del razzismo. Una colonna sonora che si ripete sempre, in ogni pellicola che racconta le partite di campionato italiano ( e molto spesso anche quelle delle squadre italiane contro avversari stranieri, quando si gioca in Europa), insomma odiare l’avversario è un “dovere” a cui non ci si può sottrarre, specialmente quando l’avversario è napoletano, così ieri se da un lato gli azzurri hanno dimenticato di portare in campo la dignità, dall’altro i tifosi veronesi, hanno dimostrato di non temere la vergogna di mostrare il loro odio anti-napoletano a 360 gradi.

Ovviamente, come in tutte le situazioni in cui si parla di cori razzisti, c’è sempre qualcuno che deve necessariamente provare a giustificare determinati atteggiamenti, proprio come ha fatto La Gazzetta dello Sport, che evita di colpevolizzare unicamente i veronesi e lancia anche i napoletani nella mischia: “Veronesi e napoletani si disprezzano e si insultano da tempo, anche ieri nel sottofondo sono emersi i consueti insulti, personali, «geografici» e razzisti senza che nessuno sia esente da colpe. Però si somigliano, come attaccamento estremo alla squadra, e pazienza se il paragone potrà far piovere querele da entrambe le città. In qualsiasi tifoso presente ieri o giovedì al Bentegodi sarà viva ora la sensazione di aver fatto qualcosa per questo successo, anche se nessuno può battere Toni”.

L’attaccamento estremo alla squadra, può forse giustificare atteggiamenti a sfondo razzista? I napoletani e i veronesi sono rivali da sempre, ma sarebbe bene mantenere la rivalità all’interno della sfera calcistica senza sfociare oltre, non si registrano cori di partenopei che invocano catastrofi naturali per eliminare altri popoli o canzoncine che ricordano stragi, e inoltre La Gazzetta dello Sport, come giustifica i cori  contro Benitez chiamato più volte “ciccione” o contro Lorenzo Insigne, preso di mira durante il riscaldamento?

Benitez da grande signore non risponde alle provocazioni, continuando a guidare la squadra nonostante lo spettacolo indecoroso, ma Lorenzo Insigne non resta a guardare e ai cori contro di lui, risponde alzando le braccia verso i tifosi veronesi, per incitarli a fare di più, per fargli capire che quelle offese non possono fare altro che farlo sentire sempre più grande.

La serata di ieri allo stadio Bentegodi, per i napoletani è stata oscena in tutto, dalla prestazione degli azzurri, alla colonna sonora veronese. I partenopei speravano che la notte cancellasse o almeno allontanasse i brutti pensieri e invece con le dichiarazioni pubblicate su La Gazzetta dello Sport,  la giornata non si può dire affatto iniziata bene.

 


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