Agb Company con Harmont & Blaine per il comfort dei bambini: “Nei nostri vestiti c’è Napoli”


Non è mica così scontato che famiglia e lavoro debbano correre su binari paralleli. Due mondi che nell’immaginario comune (e nella consuetudine) sono separati non significa che non possano intersecarsi. E quando i due poli della vita diventano due in uno, l’amalgama è perfezione. E’ questo il caso dell’Agb Company SpA, azienda napoletana a conduzione familiare che dal 1998 si occupa di abbigliamento per bambini, la cui compagine societaria è composta da Giuseppe, Antonio e Bruno Montefusco. Oggi (o meglio dal 2005), l’Agb company è l’ azienda licenziataria per la produzione e distribuzione delle linee Junior da 0 a 16 anni, del famoso marchio del bassotto Harmont&Blaine.

Ne abbiamo parlato con Marco Montefusco, responsabile Marketing, che ci ha raccontato la storia della sua impresa, partendo dalle sue origini: “La Agb nasce nel 1998. La tradizione della nostra azienda, però, arriva da molto più lontano e viene dall’artigianato, in particolare dai guanti in pelle. Si può dire che la mia famiglia fa azienda dal 1928. Ad inizio degli anni ‘90 si è iniziato a diversificare entrando nel settore degli accessori per bambini; nel ’98 è nata la Agb Company come la vediamo adesso e tutta l’esperienza maturata nel settore bambino viene messa a frutto dando vita così alla prima collezione total look per bambini. Dal 2005 seguiamo il progetto Harmont&Blaine junior. L’obiettivo è stato subito riportare la filosofia Harmont&Blaine, sia come qualità che come ispirazioni, nella moda per bambini. Partendo dalla forte connotazione distintiva del brand, creare capi che si adattassero alla vita di un bambino, che gli permettessero di muoversi libero, di giocare, senza essere ingessato in un abito, ma indossando prodotti alla moda e di qualità. Nel frattempo la linea è cresciuta, ormai la quasi totalità del nostro volume d’affari è fatto con la linea Harmont&Blaine junior. Nel 2011 abbiamo avviato un importante piano di investimenti che ci ha visto aprire in poco più di due anni e mezzo 27 punti vendita a gestione diretta ad insegna “Harmont&Blaine junior” su tutto il territorio nazionale. Nel 2017 ne apriremo altri 3”.

La mission di Agb Company non è semplice. Coniugare stile e praticità in modelli da pensare e realizzare per i bambini è sicuramente la sfida più ardua. Inoltre, soprattutto quando ci si rivolge ai più piccoli, tutto va studiato per essere prima “approvato” dai loro genitori: “Devi progettare pensando al bambino ma fare riferimento alla mamma e al papà: dal disegno delle collezioni, alla percezione del prodotto, al  rapporto qualità-prezzo, noi abbiamo sempre cercato di dare un buon prodotto ad un giusto prezzo. Per spendere un po’ in più per il proprio figlio, il cliente deve riconoscere in quel prodotto un valore aggiunto e noi quotidianamente proviamo a darlo in termini di qualità, di design e di produzioni che per oltre il 75% rimangono in Italia e proviamo a far vivere ai nostri clienti, bimbi e genitori, un esperienza d’acquisto unica in tutti i nostri punti vendita.

Torniamo, però, alla premessa del nostro pezzo. Marco ci racconta cosa significa essere figli, nipoti, genitori e allo stesso tempo colleghi. Sovraccarico, conflitto di interessi? Niente affatto. Piuttosto, un quid in più, un punto di forza che spesso dimezza le tempistiche e fa tagliare traguardi in pole position. L’importante, è essere uniti: “Essendo la nostra un’impresa familiare, molto spesso la linea che divide il momento della famiglia da quello dell’azienda è talmente sottile che a volte ti ritrovi a parlare di lavoro anche al pranzo della domenica o alla cena di Natale. Io credo non ci sia nulla di difficile perché quando si è uniti questo diventa un valore aggiunto perché riesci a prendere determinate decisioni anche in momenti che non sono strettamente formali. E questo forse ti dà una velocità d’azione che ti fa arrivare un attimo prima sul mercato, non c’è alcuna criticità, anzi può essere un valore aggiunto se gestito in maniera sana e restando uniti”.

Come in un puzzle, però, anche in un’azienda ognuno da il proprio contributo affinché ogni tassello possa perfettamente combaciare per armonizzare il disegno finale. Ed è quello che Marco prova a fare tutti i giorni: “Respiro l’azienda da sempre, mi sono laureato a Napoli, in Economia Aziendale, e successivamente sono entrato in azienda, ho cercato di avere sempre una visione quanto più ampia possibile dell’impresa, perché credo un buon imprenditore sia colui che riesca a vedere l’impresa a 360 gradi, senza ragionare per compartimenti. L’azienda è un organizzazione molto complessa, perciò credo sia fondamentale non smettere mai di avere voglia di imparare e trarre da ogni piccola esperienza quotidiana una grande lezione.

Ma veniamo ai progetti. Un’azienda è la sua storia, ma è soprattutto il suo domani. E Marco, il suo domani, lo immagina qui, nella Napoli che ha visto nascere la creatura della sua famiglia. Perché a Napoli la vittoria è proprio restare, restare e dimostrare di potercela fare: “Siamo un’azienda napoletana, i soci dell’agb company sono mio padre e i miei due zii, e sicuramente uno dei nostri obiettivi è provare a rimanere qui. Anche perché crediamo che rimanendo possiamo dare una speranza in più ai giovani. Chi come me è fortunato ad avere un impresa di famiglia in cui inserirsi, poter crescere, apprendere il mestiere che forse andrà a fare e che ha sempre sognato di fare, ancor più deve provare a ridare una parte di tutto questo al proprio territorio per far capire a chi vuole intraprendere una carriera qui che può farcela. Sicuramente è più difficile che altrove, questo è giusto dirlo, ma come spesso mi capita di dire anche durante degli incontri con giovani studenti universitari, non c’è una ricetta per riuscire, ma sicuramente metterci tanta passione e tanto lavoro può essere la strada giusta per cominciare. E anche rispetto alla formazione, mai pensare di dover studiare col fine di superare un esame, essere preparati è l’unica cosa che può darti davvero la libertà di esprimerti e di sognare”.

Napoli ispirazione continua, Napoli orgoglio e appartenenza. Per Marco e l’Agb Company, Napoli non è mai sullo sfondo, Napoli è onnipresente, protagonista di ogni progetto: “E’ vero che il nome del brand Harmont&Blaine non lo lascia intendere, però l’ispirazione del progetto, anche declinato sul bambino, e i valori portanti del brand sono strettamente legati al nostro territorio: al mediterraneo, a Napoli, e anche nei punti vendita, ogni volta che ne apriamo uno, proviamo a portare un pezzo della nostra italianità e napoletanità. Ma una delle vittorie più grandi  è quando arriva un partner dalla Cina a Napoli, e si meraviglia di ciò che trova, della storia della nostra città, così tangibile in ogni strada, in ogni vicolo, e di quanto alcuni stereotipi siano davvero infondati, e dobbiamo ripartire da qui per rilanciare Napoli e il Sud, tutti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte. Se riparte Napoli, se riparte il Sud, l’Italia può davvero rinascere. Dobbiamo cercare di dare il nostro contributo nel nostro piccolo”.

Non sono sviolinate fini a se stesse. Sono fatti. Perché Napoli è stata spesso oggetto di campagne pubblicitarie dell’Agb, ma nell’ultima collezione è addirittura finita sopra ai capi d’abbigliamento: “Nei negozi da bambino c’è un tema Napoli, una Napoli di qualche tempo fa, fonte di ispirazione un’inaspettata nevicata del febbraio 1956 che coprì il golfo di Napoli, lasciando la città completamente imbiancata. Questo fenomeno a dir poco straordinario suscitò un gioioso stupore sia negli adulti che nei bambini tanto che ancora oggi è presente nella memoria storica del capoluogo partenopeo. Su una gonna si ritrovano per esempio stampe stilizzate di quella Napoli. Non rinneghiamo mai la nostra città, ma soprattutto proviamo a non smettere mai di stupirci delle sue bellezze”.


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