Ospedale del Mare, morto tra dolori lancinanti: “Un inferno, manca anche l’accettazione”


Imposta immagine in evidenzaLo scorso martedì, all’Ospedale del Mare, un dentista di 50 anni è morto colpito da una letale “pancretatite acuta necrotica emorragica”, ed è andato in arresto cardiaco mentre era sottoposto a Tac addominale. La moglie e la famiglia dell’uomo hanno denunciato l’accaduto per presunti ritardi e disorganizzazione della struttura, e la magistratura ha aperto un’inchiesta.

Bisognerà far luce su quanto accaduto per valutare le eventuali responsabilità dei dipendenti dell’ospedale che, ricordiamo, era da tutti considerato una potenziale eccellenza della Sanità campana. Invece, secondo Valeria Ciarambino, capogruppo in Regione dell’M5S e componente della Commissione sanità, mancano addirittura le basi: “Al di là delle responsabilità individuali che la magistratura accerterà, come è possibile che all’avveniristico Ospedale del Mare manchi un semplice percorso di accettazione? – ha detto a La Repubblica – Com’è possibile che un paziente con pancreatite, atteso perché il trasferimento era stato concordato, non sia stato smistato subito e abbia dovuto vagare per mezz’ora alla ricerca di un ascensore e del reparto? Quell’ospedale è tutt’ora inadeguato. L’incompetenza e l’approssimazione di chi oggi gestisce la sanità campana è la prima causa dei disastri”.

Ernesto Grasso, primario facente funzioni della Medicina in cui il 50enne è stato ricoverato, prova a spiegare quanto successo: “Mi assumo la piena responsabilità di quanto è stato fatto per assistere il paziente. Quando è arrivato aveva dolore addominale ma era in stabilità emodinamica, senza febbre e con parametri clinici nella norma. Io stesso vidi l’ecografia fatta al San Giovanni Bosco ed era presumibile che ci fosse una pancreatite biliare, ma non c’erano al momento complicazioni. Mi sono attenuto alle linee guida e prescrissi un’ecografia da effettuare entro le 48 ore. Poi, alle 23 il quadro si è aggravato e la situazione è precipitata. Purtroppo quando ha fatto la Tac ha avuto un arresto, ma è stato subito intubato e trasferito in Rianimazione”. 

Come specificato dal medico, l’ospedale è incompleto. Gli anestesisti sono pochi, solo 4 dei 16 posti disponibili per la Rianimazione sono attivi, ci sono pochissimi operatori socio-sanitari ed infermieri. Insomma, la situazione è molto complessa.

Lo conferma Ottorino Esposito, ex primario della Rianimazione del San Giovanni Bosco: “Accompagnai un familiare per una visita gastroenterologica. Un inferno. Alle porte nessuna etichetta e nessuno che sapesse indirizzarci. Mancava qualsiasi informazione”.


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