Napoletani scomparsi in Messico: il direttore della polizia locale è irreperibile


Ancora ombre e dubbi sulla scomparsa dei tre napoletani in Messico dove le accuse si rimpallano tra Jalisco, che chiede di verificare la fedina penale dei tre uomini in Italia, accusandoli di essere coinvolti in malaffari in America Latina e l’Italia, e soprattutto i familiari, che chiedono di indagare sulla polizia locale.

Ieri si è appreso che la magistratura messicana ha avviato delle indagini per verificare se la polizia è coinvolta nella sparizione dei tre napoletani. Durante la trasmissione “Chi l’ha visto?”, andata in onda ieri sera, si è appreso che il direttore generale della polizia di Tecalitlán sarebbe irreperibile. A riferire la notizia ai media sarebbe stato  il Segretario Generale del Governo dello stato di Jalisco.

Sono tanti i punti oscuri in questa vicenda e i familiari dei tre napoletani denunciano uno stallo nelle indagini della polizia del Messico. Come riporta l’Ansa, la rabbia è tanta: “La procura di Guadalajara indugia su dicerie legate agli interessi dei nostri cari in Messico per coprire il loro insuccesso e la situazione di stallo nelle operazioni di ricerca”.

“Il procuratore di Guadalajara in Messico è a conoscenza di questo caso fin dal primo giorno e, anziché attivarsi nelle ricerche facendo tesoro delle nostre indicazioni riguardanti il coinvolgimento della polizia locale, continua a concentrarsi sui precedenti di Raffaele Russo, di suo figlio Antonio e di suo nipote Vincenzo Cimmino”.

“Raffaele, siamo costretti a ripeterlo sperando di non doverlo fare più, è solo un ambulante, un magliaro, non un camorrista e meno che mai un narcotrafficante». «L’impressione è che in Messico si preferisca dare credito a queste menzogne solo per coprire la mancanza di risultati nella ricerca» concludono i parenti delle persone scomparse”.


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