Topa spiega che i pini di Posillipo sono stati colpiti da un parassita: “La cocciniglia- tartaruga del pino”. La prima apparizione di questo parassita si è avuta nel 2014, e nel 2015 è stato identificato. Un parassita molto diffuso a Napoli, Ischia e Capri. Quest’estate anche a Roma.
L’esperto spiega che questo parassita del pino: “Assorbe la linfa del pino e restituisce sotto forma di deiezione sul tronco una sostanza zuccherina su cui si sviluppano i funghi”. Al pino non restano che due massimo tre anni di vita. Un trattamento per salvare i pini di Posillipo ci sarebbe ma spiega Topa: “farlo in quota per irrorazione è pericoloso perché i pini di Posillipo si trovano in ambito urbano”. Un tentativo è stato fatto con la tecnica endoterapia cioè con le siringhe all’albero ma purtroppo non ha avuto alcun effetto.
A Napoli gli alberi controllati dal Comune sono 40mila, 6 mila i pini di cui 5 mila i mediterranei, alberi tutti possibili vittime del parassita. “A Posillipo ne sono rimasti 600, sui 1100 piantati nel 1930. 200 sono secchi, altri 200 sono rovinati e moriranno tra un paio d’anni. Ne restano altri 200, quelli in migliore condizioni nella parte alta di via Manzoni” – aggiunge Topa. Dopo la morte dei pini, Posillipo non sarà più la stessa: “in quelle strade ci sarà il deserto, il sole a picco. Non si risolve ripiantando, si devono togliere le ceppaglie, eliminare le radici, rifare l’asfalto. È un lavoro enorme” – sostiene Topa.