Paolo Ascierto sul vaccino: “Non so se riuscirà ad essere pronto per fine anno”


Secondo il Dottor Paolo Ascierto il vaccino da Coronavirus avrà bisogno di ulteriore tempo prima di poter essere iniettato alle persone. La crisi dunque potrà proseguire senza troppi ostacoli il suo cammino per ancora chissà quanto tempo, a differenza di quanto aveva fatto intendere Giuseppe Conte, il quale aveva annunciato che le prime dosi sarebbero state pronte a inizio dicembre.

Da quando è scattata la pandemia da Coronavirus, medici ed ospedale hanno curato i pazienti dai sintomi del Covid. Inoltre c’è tanta prevenzione, come si evince dai vari decreti ed ordinanze emanati in tutti questi mesi. Per sconfiggere definitamente il male del 2020 però c’è una sola strada ed è quella del vaccino.

Per Ascierto tuttavia bisognerà aspettare ancora a lungo. Il medico napoletano non crede che si possa arrivare ad una conclusione già alla fine di questo anno. Tutto dipenderà dalle aziende farmaceutiche. I tempi sono lunghi perché alcuni degli 11 studi che si stanno attuando in questo momento pare che abbiano avuto degli effetti indesiderati. 

Queste le parole del medico Paolo Ascierto a proposito del vaccino da Coronavirus, a Radio Crc: “Se riusciamo a fare tutto a fine anno non lo so, dipende dalle aziende farmaceutiche. Ci sono 11 studi di vaccini e l’efficacia dimostra se un vaccino può essere utilizzato o meno. Di questi, 3 stanno finendo il ciclo per capire se possano essere utilizzati o meno. L’importante è che da quando ci sarà il vaccino potremo garantire l’immunizzazione alle persone.

Sul Tocilizumab, i risultati sono contrastanti perché il farmaco deve essere dato in un momento preciso. Non funziona con gli intubati, gli studi hanno evidenziato questo. Il paziente intubato ha già danni e per questo gli effetti del farmaco sono limitati. Quando inizia la tempesta citochinica può invece dare risposta immediata in 24-48 ore.”

Infine un commento sugli asintomatici: “Possono contagiare e questo dipende dalla carica virale. Ad agosto si immaginava una carica virale bassa ed invece era molto alta. Quello è stato l’inizio della seconda ondata del virus.”


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