Pesa la dipendenza dal gas russo e la minaccia di Putin di tagliare le forniture ai Paesi ostili al punto che il premier rilancia con una domanda provocatoria:
“Preferiamo la pace o il condizionatore acceso? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Se l’Ue ci propone l’embargo sul gas, siamo contenti di seguire. Quello che vogliamo è lo strumento più efficace per la pace. Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Anche senza il gas russo fino a fine ottobre siamo coperti, le conseguenze non le vedremmo fino all’autunno“.
L’Europa sta valutando di indebolire la Russia con l’emergo al suo gas, una decisione che però pesa sugli italiani ma che servirebbe all’Ucraina al tavolo di negoziazione:
“Quanto più diventa orrenda la guerra tanto più i paesi alleati si chiedono cosa possa fare questa coalizione per indebolire la Russia e permette a Kiev di sedersi al tavolo della pace. Le materie prime mancano a tutti in Europa, il cemento manca a tutti e le previsioni tendono in negativo quasi dappertutto”.
Per quanto riguarda l’aumento delle bollette e l’inflazione, il premier Draghi precisa:
“Ho molta fiducia nella capacità di capire prima di tutto la drammaticità della situazione, e poi la necessità di agire e rispondere sostenendo imprese, famiglie e soprattutto le fasce povere“.