Ultime Notizie

Pamela uccisa dal fidanzato, gli ultimi messaggi prima di morire: “Sono disperata. Non so che fare”

Risuonano come un grido di aiuto gli ultimi messaggi che Pamela Genini aveva inviato all’ex fidanzato prima di essere uccisa dal suo compagno. La ragazza, di 29 anni, sarebbe stata accoltellata mortalmente sul terrazzo di casa sua, a Gorla (provincia di Milano), sotto gli occhi increduli dei vicini.

Gli ultimi messaggi di Pamela Genini: “Sono disperata”

“Ho paura, ha fatto il doppione delle mie chiavi ed è entrato. Ora è in casa, non so che fare. Chiama la polizia per favore” – si legge nei messaggi Whatsapp inviati quella tragica sera da Pamela all’ex ragazzo. Nonostante la fine della relazione, i due intrattenevano un rapporto di amicizia e la giovane avrebbe chiesto aiuto proprio a lui prima di perdere la vita.

“La polizia non deve suonare, capito? Entrano e basta. Non so che fare, sono disperata” – continua la ragazza che, stando a quanto emerso, avrebbe poi risposto al citofono fingendo di dover aprire i corrieri di Glovo. Poi la chat termina: Pamela non può più rispondere, è stata aggredita e uccisa a coltellate dall’uomo che diceva di amarla. Un copione che, purtroppo, continua a ripetersi troppo spesso, facendo aumentare sempre più il numero delle vittime di femminicidio.

Una furia scaturita, probabilmente, dall’intenzione, da parte della ragazza, di voler troncare quel rapporto sentimentale, forse proprio per le continue violenze subite. Percosse fisiche e manipolazioni mentali che Pamela, pare, avesse da sempre nascosto alla famiglia, facendone parola soltanto con il suo ex fidanzato.

Ci sono stati anche casi di violenza sessuale. Dopo uno di questi, nel maggio dello scorso anno, era rimasta incinta e aveva deciso di abortire. Lei che aveva sempre voluto una famiglia e dei figli ha detto che non voleva un figlio da quell’uomo. Stava con lui soprattutto per paura. Lui minacciava di uccidere la sua famiglia e, in particolare, la sorella che era incinta – ha rivelato il ragazzo a Il Corriere.

“Lei sarebbe andata a Lugano da un’amica, voleva studiare psicologia. Martedì è andata in Svizzera a preparare tutto, il giorno dopo sarei andata a prenderla. La sera gli ha scritto che lo lasciava e poi lo ha bloccato dappertutto. Le ho detto che aveva sbagliato, prima doveva partire e poi lasciarlo” – ha continuato.

“Quella sera è entrato con la copia della chiave. Lei ripeteva ‘aiuto’, la linea è caduta, io la chiamavo ma non rispondeva. Ho chiamato la polizia, poi sono partito ma quando sono arrivato era troppo tardi – ha concluso.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre