Festa del Crocifisso Nero di Pugliano: il primo venerdì di marzo si dona il torrone alle fidanzate


Nel cuore di Piazza Pugliano ad Ercolano sorge la famosa ed imponente Basilica di Santa Maria a Pugliano, una delle chiese più antiche della città e della Campania, punto di riferimento per l’intera città, edificata nell’anno mille sui resti di un predio romano.

All’interno della chiesa, a ridosso dell’altare, nella quarta cappella della navata destra, troviamo l’opera più importante e significativa dell’intera Basilica, il “Crocifisso Nero”. Simbolo di culto e devozione, cattura subito l’attenzione dei fedeli per la sua particolare bellezza e preziosità.

L’opera risale alla seconda metà del XIII secolo ma l’identità dell’artista è rimasta ignota (si sa solo che fosse nativo del luogo). Si tratta di una scultura in legno, maestosa e ben curata nei dettagli, dal volto particolarmente bello e ben delineato. Il colore predominante è il nero, eccetto l’aureola e dal panno che cinge in vita, che sono sui toni dell’oro.

Anticamente ogni anno, il primo venerdì del mese di marzo, si festeggiava l’immagine sacra del Crocifisso, secondo le antiche tradizioni locali. Le indulgenze concesse dai Sommi Pontefici resero la festa particolarmente apprezzata da tutti. Una grande testimonianza è attestata dalla scritta sulla lapide nell’atrio della chiesa “…S. Santità (Gregorio 13°) concede a tutti i fedeli, confessati e comunicati, Indulgenza Plenaria e Remissione di tutti i peccati, visitando detta chiesa il primo venerdì di marzo”. Per l’occasione gli innamorati dovevano portare del torrone alle proprie fidanzate.

Il popolo aveva dunque una grande devozione verso il Crocifisso: ben 3600 anni di indulgenze furono raccolte in occasione delle due feste della croce, tenute tra maggio e settembre, come attesta il notaro Pappasogna nel 1423.

Il crocifisso non prese parte alla “Mostra delle statue lignee della Campania” del 1950 ma ebbe comunque una grande rilevanze: parole più che positivi, parlando del Crocifisso della chiesa del Gesù Vecchio, furono spese per descriverlo, come riportato da ercolanorgoglio.myblog.it  “L’intaglio opaco e sciatto del Cristo del Gesù Vecchio, incerto tra una arcaica monumentalità solenne e un poetismo appena accennato dalla lieve flessione della cassa toracica, più che una ripetizione di esemplari Veneto-Marchigiani, attesterà un prodotto di artigianato locale, dei primi decenni del sec. XlV. Ed un elemento di conferma può essere dato da un bel crocifisso inedito della parrocchia di S. Maria a Pugliano, che presenta tali segni di analogia da potersi considerare come il presupposto stilistico del crocifisso del Gesù Vecchio e quasi mediazione culturale degli esemplari franco-iberici, molto diffusi in Campania lungo il sec. XIII attraverso le esperienze del portato gotico-renano”.

In una discesa di via Pugliano, si trova la Piazzetta Santa Croce a Pugliano, caratterizzata dalla presenza di una piccola cappella, all’interno della quale troviamo una croce eretta, la cui storia risale all’età giacobina. Il 14 giugno del 1799 l’armata della Santa Fede organizzata dal cardinale Ruffo vinse l’ultima battaglia combattuta contro i repubblicani a Resina. A via Pugliano fu abbattuto l’albero della libertà per dar spazio ad un crocifisso.


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