Monumento alla bruttezza: ecco l’ecomostro che deturpa Capodimonte


Tutelare la bellezza delle nostre città dovrebbe essere la priorità di ogni amministrazione comunale, è la bellezza che salva dal degrado, e Napoli di degrado e bellezza purtroppo (e perfortuna) ne sa qualcosa! Ed ecco che ancora una volta, come denunciato da Francesco Borrelli e Gianni Simioli, i napoletani rischiano di doversi abituare ad un nuovo ecomostro: quello che da oltre quattro mesi sta pian piano distruggendo Capodimonte.
A vederlo non sembra possibile. Una lunga fila di piloni di cemento posizionati in bella vista davanti al muro di cinta del bosco di Capodionte per evitare il crollo del terrapieno che il 13 Febbraio scorso diede segni di cedimento mettendo in serio allarme comune e cittadini. Gli assurdi blocchi sono comparsi quattro mesi fa, all’incrocio tra via Capodimonte e via Miano, e pare che della rimozione nessuno si muova a parlarne. Da qui l’idea di decine di associazioni di organizzare l’ “Orrore day“, ovvero un flash mob in pieno stile per denunciare l’incredibile scempio.
Stando alle testimonianze raccolte da Borrelli, gli enormi piloni rimarranno al loro posto per almeno un anno! A quanto pare infatti, nonostante la soluzione dovesse essere assolutamente temporanea, i lavori non sono mai iniziati, ritardando di conseguenza la rimozione dei pilastri. Per sollecitare l’amministrazione comunale, decine di associazioni tra cui Via Nova, Legambiente Napoli Centro Antico, Legambiente Parco Letterario, Vesuvio ONLUS, Associazione Via Nova Legambiente e Neapolisduemila, hanno appena realizzato un flash mob nella terza municipalità’ proprio accanto a quello che è stato ribattezzato “monumento alla bruttezza“.
Sono strutture orrende, invasive e che restringono la carreggiata aumentando il traffico– dichiara Borrelli- “I vigili urbani e gli automobilisti stanno impazzendo. L’abbiamo denunciato in tutti i modi. Siamo passati in diverse occasioni da quando sono stati messi e non abbiamo mai notato nessun operaio in attività. Temiamo che si tratti dell’ennesimo ecomostro che resterà per anni a deturpare il nostro territorio. Ci hanno riferito che i lavori sono stati autorizzati dalla soprintendenza. Com’è possibile che sia stato permesso un simile scempio? Quanto anni dovremo aspettare prima che siano rimossi? Quando inizieranno effettivamente i lavori? Chi è il responsabile di questo scempio?


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