Cronaca

Report sulla Terra dei Fuochi: lo strano caso dei roghi “programmati” che avvelenano i cittadini

La Terra dei Fuochi – il vasto territorio campano compreso tra Napoli nord e Caserta – continua a bruciare. Ma una svolta potrebbe arrivare da Strasburgo, dove la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha emesso una storica sentenza che obbliga lo Stato italiano a bonificare le aree contaminate e ad avviare programmi di prevenzione oncologica per i cittadini esposti.

L’inchiesta “E brucia ancora” di Report, firmata da Bernardo Iovene con la collaborazione di Lidia Galeazzo, racconta l’urgenza di un disastro che non si è mai fermato. In questa zona, che comprende 90 comuni e 2,6 milioni di abitanti, il governo dovrà agire entro due anni. Eppure, a quasi dodici mesi dalla condanna, la realtà è ben diversa.

Bonifiche promesse, fondi irrisori

Il commissario straordinario per le discariche, generale Giuseppe Vadalà, ha censito 293 siti contaminati, stimando in 2,5 miliardi di euro il costo per la sola messa in sicurezza di 81 siti pubblici. Ma nel decreto dell’8 agosto 2025, i fondi stanziati dal governo ammontano appena a 15 milioni, destinati alla rimozione superficiale dei rifiuti.

Nel frattempo, i cittadini e i medici del territorio denunciano l’aumento dei tumori legati all’inquinamento ambientale. Gli appelli per screening gratuiti e monitoraggi sanitari restano inascoltati, mentre i roghi proseguono in modo sistematico, quasi “programmato”, proprio dove i terreni sono saturi di rifiuti tossici.

La storia di Michele Liguori, l’eroe dimenticato

“Michele è morto di tumore. Nel sangue aveva i Pcb 118 e 126 della Caffaro di Brescia”, racconta Maria Di Buono, vedova del tenente della polizia locale di Acerra, nella puntata di Report. Suo marito, Michele Liguori, è morto nel 2014 dopo aver indagato sui traffici illeciti di scorie industriali dal Nord al Sud Italia.

Le sue inchieste avevano scoperto bidoni tossici provenienti dagli stabilimenti Caffaro di Brescia, dove per decenni si erano prodotti policlorobifenili (Pcb), sostanze altamente cancerogene. Per la sua determinazione, Liguori fu allontanato dal servizio operativo e relegato a mansioni secondarie. Solo dopo la sua morte, è stato riconosciuto come simbolo di coraggio civile.

Dalla Lombardia alla Campania: il viaggio dei veleni

Le indagini di Report hanno confermato che parte dei rifiuti industriali della Caffaro e scarti tossici del petrolchimico di Porto Marghera furono smaltiti illegalmente nella Terra dei Fuochi. Le sostanze contaminanti, accumulate per anni, continuano a sprigionarsi nell’ambiente attraverso roghi notturni e combustioni lente, che rilasciano diossine, metalli pesanti e Pcb nell’aria e nel suolo.

La procura europea e le associazioni locali chiedono ora l’intervento immediato dello Stato. La Corte Europea ha imposto un termine di due anni per avviare le bonifiche, ma con risorse così limitate e un piano decennale, la preoccupazione è che la Campania continui a essere avvelenata da un sistema che sembra ancora attivo e impunito.

Un territorio che brucia e chiede giustizia

La Terra dei Fuochi non è solo un problema ambientale: è una crisi umanitaria e sanitaria. I roghi “programmati”, che esplodono con inquietante regolarità nelle stesse aree, alimentano il sospetto di un sistema ancora in funzione per smaltire illegalmente i rifiuti speciali. E, poiché in passato sono stati secretati degli atti, è lecito domandarsi cosa stia accadendo adesso.