Ecco l’audio in cui Ciro Esposito parla del momento in cui è stato sparato


Le indagini sulla morte di Ciro Esposito sono state chiuse e i quattro complici dell’assassino restano senza identità. Il reo confesso Daniele De Santis rimane comunque indagato per omicidio volontario e la sua posizione non fa altro che aggravarsi. Fu proprio lui quel maledetto giorno del 3 maggio 2014 a sparare il colpo fatale contro Ciro, che prima di entrare in coma confermò alla criminologa Tibullo di essere stato aggredito da diverse persone con i caschi.

Nella registrazione della conversazione tra la Tibullo e il tifoso napoletano, si può sentire che quest’ultimo riuscì a riconoscere in una foto l’immagine di De Santis, suo assassino: “È stato lui a sparare”.

Il file è rimasto agli atti per tutti questi mesi ed è stato diffuso nelle ultime ore in esclusiva dal Giornale di Radio Uno. Non ci sono scuse: le parole di Ciro sono indiscutibili e rappresentano una perfetta prova della colpevolezza di “Gastone”.

Il giovane con voce fioca ricordò quasi tutto di quei terribili momenti. Sapeva di essere ricoverato in ospedale per colpa di qualcuno, di un mostro che lo aveva sparato e che prima di morire aveva anche riconosciuto.

“Perché ti hanno sparato?” e Ciro rispose: “Questo non stava bene con la testa. Stava in piedi, poi a terra ed aveva l’accento del Lazio”.

De Santis sparò al tifoso napoletano dopo aver compiuto una sorta di agguato in compagnia di altre quattro persone contro alcuni pullman, in cui c’erano i sostenitori del Napoli. Il colpo di pistola partì durante la rissa a cui partecipò Esposito per difendere dalle bombe carta i bambini e le famiglie che si stavano dirigendo allo stadio.

Quel biglietto della partita di Coppa Italia Napoli-Fiorentina che Ciro Esposito comprò a Napoli gli costò la vita, e da quel letto di ospedale in cui avvenne la conversazione non si alzò mai più.


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