Zaia: “Magari non è consuetudine dappertutto, ma la gente in Veneto vuole lavorare”


Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, nell’incontro con la stampa è risultato palesemente insoddisfatto dalla Fase 2 così come è stata disegnata dal nuovo decreto di Giuseppe Conte. Nella nuova ordinanza regionale a sua firma sono permessi comportamenti che in altre zone d’Italia sono vietati, come fare attività sportiva all’aria aperta in tutto il territorio comunale e recarsi presso le seconde case o le imbarcazioni per fare manutenzione.

Troppo restrittive le indicazioni del Governo: “Ci vuole senso di responsabilità e di obiettività nel valutare. Ma per quanto uno ce le possa mettere non si può non rilevare che si stanno dando indicazioni che stanno dando fibrillazione. Il che non vuol dire che i veneti non sono responsabili”.

A far discutere però saranno per lo più altre dichiarazioni. Luca Zaia ha infatti detto: Magari non è consuetudine dappertutto, ma la gente qui vuole andare a lavorare. Capisco che qualcuno in giro è poco interessato a uscire, ma qui sosteniamo le nostre famiglie e il pil dell’Italia. Non ci si può dimenticare che la nostra recessione è la recessione dell’Italia”.

A chi si riferiva il presidente veneto? Al governo, forse accusato di non fare abbastanza, oppure ai presenti delle altre regioni, specialmente quelle del Sud, che si sono ribellati quando il nord voleva riaprire tutto e subito? E perché affermare che i cittadini in Veneto vogliono lavorare, mentre probabilmente in altre zone d’Italia non è così? Parole che suonano molto simili a quelle della Palombelli e che richiamano molto, troppo facilmente alla mente, qualche pregiudizio che evidentemente si fa fatica a scardinare nonostante i fatti dimostrino il contrario.


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