Esami Avvocato, record di bocciati tra i candidati napoletani: “No a distinzioni geografiche”


Sono stati da poco comunicati i risultati degli esami di Avvocato 2020 e già hanno suscitato centinaia di polemiche. Queste ultime soprattutto da parte dei praticanti napoletani: in pochissimi, infatti, hanno superato gli scritti. Risultati su cui, a detta di molti, bisognerebbe far maggiore chiarezza.

La Corte di Appello di Milano, addetta alla correzione degli elaborati, ha decretato la bocciatura della maggioranza dei candidati napoletani. Soltanto il 36% di essi è riuscito a superare con successo la prova, collocando la città partenopea tra le quelle meno meritevoli. Eppure la scuola forense napoletana, da sempre, è tra le più rinomate, non solo a livello nazionale. Basti pensare che proprio a Napoli è nata la prima Università per la Magistratura.

In merito, è intervenuta Marta Schifone, responsabile nazionale Professioni di Fratelli d’Italia. Stando a quanto riportato da IlSud24, ella ha dichiarato: “Soltanto il 36% dei praticanti napoletani è stato ammesso alla prova orale. La valutazione degli scritti da parte della Commissione non è chiara. All’esaminato spetta una motivazione e il voto numerico non lo è.”

In molti hanno legato la questione all’appartenenza geografica, forti dello storico divario tra Nord e Sud. A tal proposito, la Schifone ha continuato: “Serve una riforma che preveda, per esempio, una commissione unica su tutto il territorio nazionale. Ciò per evitare che vengano fatti distinguo a seconda dell’area geografica di provenienza in attesa di una riforma strutturale.”

Urge, dunque, una riforma per evitare che si ripetano situazioni spiacevoli. Intanto, restano poco chiari i motivi per cui la maggioranza dei praticanti napoletani sia stata esclusa dagli esami di Avvocato 2020.

 


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI