“Anno bisesto, anno funesto”, ecco perché porta sfortuna


“Anno bisesto, anno funesto”, così recita un antico detto secondo il quale l’anno in cui il mese di febbraio è composto da 29 giorni anziché 28, porti sfortuna.

Per evitare lo slittamento delle stagioni, quasi tutti i calendari solari, come quello gregoriano, ogni 4 anni accumulerebbero un giorno in più di ritardo e l’anno solare in questione è dunque definito “Anno bisestile”. Tuttavia, però, credenze popolari e antichi detti tramandano che quest’anno sia tutt’altro che fortunato ma nientemeno che disgraziato. Questa fama negativa dell’anno bisestile è stata attribuita dagli antichi romani in quanto febbraio era il mese preposto ai riti dedicati ai defunti; un mese, dunque, tetro e funesto.

Vero anche che per gli antichi tutto ciò di anomalo e non razionale era da considerarsi di cattivo auspicio, quindi anche un anno con un giorno in più. Spesso, inoltre, l’anno bisestile si presentava come un anno infausto soprattutto per i raccolti e una volta si temevano addirittura pestilenze, guerre, carestie, invasioni e altro genere di disastri provocati da alluvioni, tempeste, siccità e terremoti. 

Contrariamente, i popoli che non risentirono dell’influenza romana, come i paesi anglosassoni, credevano che l’anno bisestile fosse un anno fortunato e propizio. In particolare il 29 febbraio era considerato un ottimo giorno per cimentarsi in nuove imprese di successo.


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