L’oro di Scampia apre il dibattito su Napoli ed è scontro tra Saviano e Beppe Fiorello


Successo strepitoso per “L’oro di Scampia” con il pregevole contributo artistico di un Beppe Fiorello che ha canalizzato gli ascolti tv su Rai 1 nella giornata di lunedì. La forza di un sogno, più forte delle difficoltà sociali. Questo il messaggio tradotto dall’attore attraverso la fiction. Ma intanto sul web e nei salotti italiani si è aperto il solito dibattito sulla vetrina dedicata a Napoli anticipato dalla lite tra lo scrittore Roberto Saviano e lo stesso protagonista della fiction Beppe Fiorello.

Ad aprire la polemica ci ha pensato Saviano che scrive questo messaggio su l’Espresso nella rubrica da lui curata l’antitaliano: “Mi sorge invece il dubbio che nulla resterà delle tante acritiche agiografie di santi e padri della patria diffuse in Italia a mezzo fiction negli ultimi anni. Ritratti buonisti, senza chiaroscuri e sfumature – che dovrebbero costituire il senso di ogni narrazione – immortalmente liquidati dalla geniale caricatura di “Padre Frediani” che gli amanti di Boris, ricorderanno. Con amaro piacere”.

Saviano pone l’accento sui luoghi comuni e sul buonismo della fiction italiana usata quasi come uno strumento filogovernativo. Secca la risposta a mezzo Twitter di Beppe Fiorello che difende il suo lavoro facendo riferimento ad una precedente fiction “La vita rubata” dove al centro c’era la storia di Graziella Campagna, uccisa dalla mafia a soli 17 anni affrontando la censura imposta dal Ministero di Grazia e Giustizia.

Fiorello scrive così: “Quella censura però non venne denunciata da nessuno. Soltanto io, il regista, la stessa Rai e De Cataldo (che non c’entrava nulla con il progetto) lottammo affinché quella scomoda verità andasse in onda. Furono oltre sette milioni i telespettatori che poterono constatare quanto accadde alle spalle di una famiglia che non c’entrava nulla con il sistema Mafia e perse atrocemente una figlia di diciassette anni. […] Solo per dire che la Fiction italiana ha delle eccellenze, e mi piacerebbe però far notare che in America oltre alle due serie citate nell’articolo (24 e Homeland ndr), ce ne sono (in maggioranza) di totale buonismo, violenza e inutilità sociale. Difendo il mio mestiere perché lo faccio con passione e verità, ma non nascondo che la nostra fiction ha realmente bisogno di trovare una strada nuova. Io ci sto lavorando”.

Fiorello parla di verità scomode mostrate al grande pubblico. Quindi poco buonismo ma tentare di far riflettere chi si incolla alla tv a gustarsi le sue fiction. L’oro di Scampia ha suscitato un enorme successo, sia negli ascolti che nei commenti da parte dei tantissimi telespettatori, napoletani e non. Allora è possibile chiudere anche la polemica relativa alla messa in vetrina di una Napoli criminalizzata oppure secondo voi Fiorello nella sua fiction ha mostrato la verità, la realtà della nostra città?

 


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